Vetrina poca. Sostanza tanta. Tantissima. Gianluca Mancini, 29 anni tra un mese, è alla sesta stagione con la maglia giallorossa. Non ha mai giocato, a cominciare dal suo arrivo a Roma, meno di 40 partite l’anno: in totale 265 presenze, accompagnate anche da 17 reti, alcune particolarmente belle e significative.
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Mancio, il giocatore (uno dei capitani) al quale si appoggia Claudio Ranieri e tutto lo spogliatoio. Domenica, dopo la vittoria con il Cagliari, la squadra ha salutato e applaudito la Curva Sud. Quasi dal centro del campo. No, Gianluca Mancini ha fatto venti passi in più, si è avvicinato al Cuore del Tifo, per applaudire ancora, la mano a battere sul petto. Girarsi per tornare indietro, per poi guardare ancora la Curva e accennare un bacio. Certi gesti hanno un significato. Profondo.
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Ma domenica, da Mancini, non solo un abbraccio tutto personale alla Sud. Ha voluto anche dire in mille modi che la squadra è con Artem Dovbyk. Non facile, per il centravanti, ambientarsi a Roma. (…)
Artem Dovbyk ricorda uno dei centravanti della Roma Anni Sessanta: Paolone Barison, il “bisonte”. Ma se un attaccante che ancora non appare particolarmente brillante, segna alla sua prima stagione già 15 reti, forse qualcosa saprà fare. E ricordiamo che è il terzo attaccante nella storia della Roma che va in doppia cifra alla prima stagione (10 gol in serie A).
(…) Dopo l’abbraccio di gruppo a Dovbyk, va incontro all’ucraino, prende il suo viso tra le mani, gli parla, avvicina la sua fronte a quella del compagno. E insieme tornano a centrocampo. Così, semplicemente? No. Gianluca percorre almeno trenta metri con il suo braccio intorno al collo del compagno. Non parla più. A che servirebbe? Il calore di quel braccio intorno al collo ha dato probabilmente molto ad Artem. I compagni lo stimano, perché sanno cosa significhino momenti difficili in campo e soprattutto un guerra nel suo Paese che risuona drammaticamente nei pensieri, tutti i giorni.
E allora ecco il gesto da capitano. Artem, tutti per uno, uno per tutti.
FONTE: Il Romanista – M. De Cesare