Si corre sempre più forte. Le prime sette squadre della serie A marciano a un ritmo che non ha precedenti nelle ultime cinque stagioni. Gli allenatori lo hanno capito e aggiornano le tabelle. Allegri e la Juventus viaggiano verso il sesto scudetto di fila, ma il tecnico bianconero ha avvisato: «Roma e Napoli possono arrivare a 92 e 90 punti. Dobbiamo arrivare a 93 punti e per farlo bisogna vincere ancora tante gare». Il discorso non è dettato da un eccesso di prudenza, ma giustificato dai numeri.
Dopo 29 giornate, le prime sette in classifica hanno conquistato in totale 421 punti, 31 più della stagione scorsa, quando ne avevano messi insieme 390. Sono addirittura 54 in più se confrontati all’annata 2014-2015, quando la quota a questo punto era di 367. «Non so quanti punti serviranno per andare in Europa, la media è più alta degli altri anni. Saranno importanti gli scontri diretti. Direi che ne servono una settantina, ma non è detto», specifica l’allenatore del Milan Montella, riferendosi ovviamente all’Europa League. Nel 2014-2015, alla Lazio furono sufficienti 69 punti per arrivare terza e qualificarsi ai preliminari della Champions. Un’eccezione, perché solo nel campionato scorso ne sono serviti 80 alla Roma per conquistare la terza piazza. Prima ne sono sempre bastati tra 70 e 80. L’allenatore dell’Inter Pioli va ripetendo: «Non so se quest’anno basteranno 80 punti per qualificarsi per la Champions».
Probabilmente no. Con nove giornate da disputare i punti a disposizione sono ancora 27. Il Napoli, attualmente terzo, ne ha già 63 e farne altri 17 per toccare quota 80 dovrebbe essere piuttosto agevole. Le velocità alte non favoriscono i recuperi e Pioli ne sa qualcosa. Prendendo in considerazione la sua gestione (17 partite) la classifica sarebbe: Juventus 43, Napoli 42, Roma 39, Inter 38. Perdere gli scontri diretti è letale, le altre gare si vincono quasi tutte. Davanti si viaggia al massimo perché dietro si va come lumache zoppe.
Già a dicembre il quadro della zona retrocessione era definito, con le ultime tre (Palermo, Crotone e Pescara) inchiodate in fondo. Se le sette davanti hanno conquistato 31 punti in più della passata stagione, le quattro dietro ne hanno fatti solo 63: 34 in meno rispetto ai 97 del 2015-2016. Le piccole hanno squilibrato il campionato: non sono attrezzate. Delle sette formazioni davanti, solo il Napoli non ha migliorato il rendimento, ma l’ha tenuto di fatto costante: per gli uomini di Sarri 63 punti oggi, 64 un campionato fa.
Tutti gli altri hanno aumentato la velocità, in quella che è diventata una grande corsa, senza ostacoli. Juventus e Roma fanno segnare +6, la Lazio +16, l’Inter +1, l’Atalanta addirittura +25, il Milan +5. Le soglie per qualificarsi alle coppe si sono alzate, è ovvio. La Juventus non può battere il record di 102 punti stabilito nel 2103-2014 con Conte in panchina, ma vincendole tutte da qui alla fine Allegri può arrivare a 100. È paradossale però notare che l’anno scorso il Sassuolo conquistò il 6° posto, e quindi i preliminari di Europa League, chiudendo con appena 61 punti: l’Atalanta oggi è 6ª e ne ha già 55.
Lecito però chiedersi se conviene davvero giocare i preliminari di Europa League per una squadra medio piccola. Prestigio e soddisfazione sono enormi, come pure però le ripercussioni sulla stagione successiva. Il Sassuolo, che ha disputato un buon girone di Europa League senza riuscire però a superarlo, oggi è 15° con 13 punti meno di un anno fa. E non vanno neppure dimenticati i casi di Chievo e Sampdoria: anni fa inaugurarono la stagione giocando i preliminari di Champions League (senza qualificarsi) e poi retrocessero in serie B. A correre troppo si rischia di scoppiare o di trovare avversari veri e non solo sparring partner come in questa serie A.