Cinque partite in venti giorni, per decidere che forma prendere, all’interno di una stagione che può regalare molte soddisfazioni. Oppure crollare come un castello di sabbia, quando invece sembrava tirato su col cemento armato. È la Roma di Eusebio Di Francesco a dover imboccare una strada definita, a cominciare da oggi a Verona, contro il Chievo, passando per il Cagliari in casa, la prossima settimana, fino alla trasferta natalizia di Torino, con la Juve. Per poi chiudere l’anno solare, e il mese, il 30 dicembre, con il Sassuolo in casa. Quattro gare di campionato dalle quali uscire con il punteggio massimo, escluso ovviamente il complicato impegno allo Stadium del 23 sera, per il quale è inutile avventurarsi in pronostici: la Roma in quell’impianto ha sempre perso. A tutto questo va aggiunta la partita di coppa Italia del 20 dicembre, contro il Torino, competizione che nessuno dentro Trigoria intende snobbare, potendo diventare un obiettivo sensibile da alzare al termine della stagione.
«Dobbiamo ancora dimostrare tanto — è realista Di Francesco — siamo in crescita e abbiamo fatto ottimi risultati, ma non bastano per dimostrare che siamo diventati forti. Non dobbiamo fermarci. Lo scudetto? Non ricordo grandi trofei qui a Roma negli ultimi anni, quindi se non sono cauto io, chi dovrebbe esserlo? Certo che vorrei vincere, chi non lo vorrebbe? Ma ritengo che per farlo sia ancora presto per parlarne e bisogna migliorare su tanti aspetti. E poi resto cauto perché questo ambiente ha bisogno più di un pompiere che di un Grisù (draghetto di un cartone animato di qualche anno fa, ndr): la gente dobbiamo infiammarla con le prestazioni e la voglia di battere gli avversari». Piedi piantati per terra, ma testa che va verso sogni di gloria da cullare gelosamente, senza lasciarsi andare pubblicamente a dannosi entusiasmi.
La gara di oggi alle 12.30 col Chievo arriva dopo cinque giorni dal successo sul Qarabag e, quindi, la qualificazione da capolista del girone agli ottavi di Champions: necessario verificare subito la consistenza mentale del gruppo. «Dopo una grande figura europea, serve una grande partita a Verona — continua Di Francesco — per questo non vi dico la formazione, voglio tutti i giocatori sul pezzo»”. È però arrivato il momento di scendere in campo da titolare per Schick, in un tridente con Dzeko ed El Shaarawy. Roma propositiva in attacco. «Schick può anche giocare dal primo minuto, è pronto, ma non ve lo dico. Sto valutando anche Emerson, che è in crescita. Vi dico solo che non giocherà Florenzi, che non è stato benissimo in settimana, così come Perotti». In difesa, a destra, spazio quindi a Peres a destra, con forse Emerson a sinistra e la coppia di centrali Manolas — Juan Jesus. Una linea difensiva che, se fosse confermata, avrebbe su cinque giocatori (Alisson compreso), schierati ben quattro brasiliani. A centrocampo, sconterà oggi la seconda giornata di squalifica De Rossi, a seguito del rosso per la manata a Lapadula. Al posto del numero sedici, giocherà Pellegrini, che chiuderà il terzetto con Nainggolan e Strootman (o Gonalons).