Sold out, come il 28 maggio. Ma stavolta senza Totti. Il 10 aprile, giorno di Roma-Barcellona, segna già una data storica per l’Olimpico che registrerà circa 65 mila presenze e il record d’incasso della sua storia cancellando i 3,7 milioni piovuti a Trigoria nella tragica (sportivamente parlando) notte del 21 ottobre 2014 quando il Bayern vinse 1-7. C’erano 62 mila spettatori, ma contro il Barça saranno addirittura di più e considerato l’aumento del prezzo dei biglietti si arriverà a un incasso da oltre 4 milioni, che porterà il tesoretto Champions complessivo a quasi 85.
C’è chi ha passato la notte in macchina, chi si è messo in fila alle 5 di mattina e chi ha posticipato l’ingresso a lavoro. Tutto per una partita, anzi un sogno. Quello di battere Messi e arrivare ad una storica semifinale di Champions. Sembra di leggere la cronaca di una di quelle giornate degli anni d’oro. Della Roma dei primi anni del Duemila, per intenderci. Quando il muro delle 70 mila presenze fu abbattuto contro Parma, Real, Arsenal, Lione o lo stesso Barcellona (nello storico 3-0 del 2002). Un boom – quello di ieri – che nemmeno il club si aspettava e che ha portato al collasso i portali dei Roma Store presi d’assalto dai tifosi. Dopo i 21 mila tagliandi in prelazione agli abbonati ieri – nel primo e a questo punto unico giorno di vendita libera – in poche ore sono terminati nell’ordine: la Sud, la Nord e i Distinti. Nel pomeriggio sono andate esaurite anche Tevere e Montemario, così alle 18 è stato messo il cartello Sold out. Non accadeva appunto dal 28 maggio (Roma-Genoa), anche se stavolta l’Olimpico sarà ancora più pieno visto che nel settore ospiti (anch’esso verso l’esaurito) ci saranno oltre 4500 tifosi catalani. Quasi 65mila spettatori quindi per provare a spingere la Roma oltre un ostacolo che appare insormontabile.
Entusiasmo che Di Francesco, ieri ha tenuto una lezione magistrale alla facoltà di Economia di Tor Vergata, si gode: «La spinta dei tifosi sarà importante. Ma la sentiremo anche a Barcellona, l’entusiasmo che c’è non può che aiutare. Non dobbiamo perdere l’equilibrio. Sono occasioni rare e questo ci deve inorgoglire e far sentire la pressione giusta. Non dobbiamo avere paura. Dobbiamo essere orgogliosi di affrontare una grande squadra. A testa alta, con grande forza e dignità». La stessa che deve riconquistare Schick: «Giocare o allenare la Roma porta pressioni. Sta a noi far vedere che meritiamo questa piazza, toccherà anche a lui».