Il ko al Camp Nou è di nuovo pesante: il Barcellona, imbattuto in Champions da 26 partite, vince 4 a 1 e prenota la semifinale. Non è, però, Messi a punire la Roma che si sostituisce al fuoriclasse argentino. Le autoreti di De Rossi e Manolas indirizzano la sfida, ma a incidere sono soprattutto le gaffe dell’arbitro olandese Makkelie che nega 2 rigori chiari ai giallorossi, il primo sullo 0 a 0 e l’altro sull’1 a 0. Di Francesco sa insomma di che cosa lamentarsi, anche se paga gli errori di alcuni giocatori, in difesa e in attacco, pesanti quanto quelli del direttore di gara.
MOSSA IN FOTOCOPIA – Il risultato migliore della serata diventa, dunque, quello di San Siro. La Roma entra in campo sapendo di essere ancora sul podio della Serie A: confermato il 3° posto, dopo il pari nel derby di Milano, e il vantaggio sull’Inter, adesso di 1 punto. Di Francesco si dedica quindi alla sfida impossibile. Vuole tenersi stretta anche questa Champions. Nainggolan si arrende e va in tribuna, seduto accanto a Totti e Bruno Conti. Nel 4-1-4-1, stretto nelle linee e ordinato nelle posizioni, entrano Pellegrini, recuperato dopo il weekend di Pasqua, e soprattutto Peres, schierato da terzino a destra per alzare Florenzi proprio su quel lato. Valverde usa lo stesso accorgimento, escludendo in partenza Dembelè: Sergi Roberto sale da esterno offensivo a destra e lascia il posto in difesa, su quella corsia, a Semedo. La catena con due laterali difensivi è allestita per limitare Kolarov e Perotti. Identica la formula che consente ai giallorossi di frenare Jordi Alba e Iniesta.
DOPPIA GAFFE – Dzeko va in pressing su Umtiti, Piqué e anche sul portiere ter Stegen. Più lui, almeno all’inizio del match, di quanto fanno Messi e Suarez. Partecipano, accompagnando il compagno, Perotti, Florenzi, Pellegrini e Strootman. Il centravanti, liberato in area da Pellegrini, cade subito in area: la spinta di Semedo, in ritardo, è evidente. Il rigore è solare. L’arbitro olandese Makkelie, però, non interviene. Il suo errore penalizza i giallorossi e va a incidere sul verdetto. Anche perché la Roma, alta e compatta fino a metà tempo, comincia ad arretrare, accettando il ritmo sornione dei palleggiatori blaugrana che hanno la qualità per cambiare improvvisamente la storia del match. Messi avverte Alisson da fuori e Rakitic prende il palo esterno. Florenzi spreca il contropiede e in vantaggio si ritrova il Barça grazie a De Rossi che infila maldestramente Alisson su cross di Iniesta. Makkelie, prima dell’intervallo, sbaglia ancora: il fallo di Umtiti su Pellegrini è in area. Il direttore di gara lo vede fuori: punizione e non rigore.
BLACK OUT FATALE – Perotti fallisce il pari, colpo di testa sul fondo sulla pennellata di Florenzi, e la Roma, dopo meno di un’ora, rischia di uscire di scena. L’organizzazione non basta. E Dzeko, lì davanti, non è coinvolto come dovrebbe. Manolas, per anticipare Umtiti sul rasoterra di Rakitic, colpisce il palo e sulla respinta fa centro, come De Rossi nel primo tempo, nella porta di Alisson che, subito dopo, prende gol da Piquè che rende inutile la parata su Suarez. Di Francesco, sul 3 a 0, interviene. E fa bene. Dentro Gonalons per Pellegrini, El Shaarawy per Florenzi e Defrel per De Rossi e per passare al 4-2-3-1. Strootman e Defrel fanno cilecca davanti a Ter Stegen, Dzeko invece riporta momentaneamente in corsa i compagni, sfruttando l’invito di Perotti che cresce nel finale. Ma Gonalons azzera lo sforzo di chi non vuole alzare bandiera bianca già in Spagna rovina il tentativo di non chiudere il discorso già in Spagna e acchitta il poker a Suarez che interrompe il digiuno di 13 mesi in Champions e probabilmente regala la semifinale ai catalani. Martedì prossimo il ritorno all’Olimpico, reso ininfluente dal signor Makkelie