L’ex giocatore della Roma, Federico Balzaretti, ha rilasciato alcune dichiarazioni su De Rossi e Pellegrini e sull’attuale allenatore, Ivan Juric:
Come sta De Rossi, dato che giovedì eravate insieme allo stadio Olimpico per vedere l’Italia? “L’esonero è stato un bella botta, lo sanno tutti quanto ci teneva ma abbiamo cercato di non parlarne”.
Da dirigente, dato che sei stato direttore tecnico dell’Udinese, cosa significa esonerare un allenatore al quale hai fatto firmare un contratto triennale dopo 4 partite? “È una scelta difficile perché, evidentemente, si riconosce un errore commesso in precedenza. Per me non è facile parlare di una situazione legata un amico ma è stata una decisione che ha avuto poco senso: in così poche gare non si può giudicare il lavoro di un allenatore. Ora bisogna guardare con ottimismo e fiducia il futuro: è il tempo in cui la squadra e Juric hanno bisogno di supporto e unità. Da dirigente ed ex calciatore so quanto è importante il supporto del pubblico in una piazza come Roma in cui fa tutta la differenza del mondo”.
Un tuo giudizio du Juric? “Conosco bene il mister: ha idee, da un punto di vista difensivo, diverse da De Rossi, anche se ha modificato qualcosa rispetto all’inizio della sua carriera. Le richieste sono diverse ma le caratteristiche dei giocatori fanno sì che rotazioni, giocate, cambi di pozione, sono abbastanza similari. La Roma continua a tenere tanto la palla come faceva con De Rossi: produceva tanto e prosegue a farlo. Quando si difende a uomo, il riferimento è sempre il tuo avversario mentre a zona chiaramente è il compagno di squadra: principi completamente diversi, per cui, c’è bisogno di tempo. Nella Roma di Juric, un calciatore che credo possa fare fatica è Paredes. Quando si ha questo atteggiamento in fase di non possesso palla, si fa una sorta di guerra psicologica con l’avversario: è un’attitudine che bisogna avere e a cui bisogna abituarsi. Juric metterà le idee a disposizione della squadra e poi, in base alle caratteristiche dei giocatori, modulerà le sue scelte. Ad esempio, non credo che a Dybala chiederà di seguire Bastoni a tutto campo”.
Pellegrini è fortemente criticato a Roma, come lo hai visto in campo contro il Belgio? “Ha giocato molto bene fino all’espulsione, poi, chiaramente, ha commesso un’ingenuità importante. Al netto delle critiche, è in un momento di difficoltà in cui ha bisogno di sostegno e non di fischi. È il capitano, ha sempre dato tutto poi può piacere come no”.
Soulé? “Deve stare tranquillo, ne ho sempre parlato bene perché gli riconosco talento e valore. L’ho visto da vicino anche a Vicenza, quando ero direttore, contro l’under 23 della Juventus, per cui, ho seguito il suo percorso di crescita e mi ha impressionato. Giocare avendo il 60% di possesso palla è diverso rispetto a quello che accadeva a Frosinone: deve imparare a fare le scelte giuste contro squadre chiuse. Il problema principale credo sia legato al fatto che Soulé ha voglia di dimostrare di essere forte ed è proprio in questo momento in cui si commettono degli errori. Le difficoltà che sta trovando sono normali e fanno parte di un percorso di crescita. L’argentino rischia spesso la giocata, sarei preoccupato se facesse il contrario: sbaglia per eccesso perché ha voglia di voler mostrare il proprio valore. Non ho alcun dubbio sul fatto che sia un ottimo acquisto e che potrà essere un valore aggiunto per la Roma”.
Da ex terzino sinistro, il tuo pensiero su Angelino e gli esterni presenti nella rosa della Roma… “Mi piace molto. Quando facevo il dirigente a Roma lo avevo seguito tanto perché giocava al Nac Breda con Sadiq che avevamo ceduto in prestito. Ha un buon piede, è duttile, poi, chiaramente, sul piano fisico, in area di rigore, può trovare qualche difficoltà. Aggiungo che è bravissimo nella costruzione, nei cross: ha iniziato molto bene la stagione. Credo Celik piaccia molto a Juric perché è un giocatore che si applica, ha forza fisica, per cui, nel suo modo di giocare può fare il titolare in questa Roma. Chiaramente il turco dà meno qualità rispetto ad altri calciatori, però negli undici va tutto bilanciato. Non è vero che la Roma non ha qualità sulle fasce: El Shaarawy è una garanzia assoluta. La squadra giallorossa è stata costruita proprio sulla qualità: spetterà a Juric adattarsi a questo. Pellegrini fa 12 km a partita, Pisilli ha corsa, poi ci sono Cristante e Koné, per cui, la Roma ha fisicità in mezzo al campo”.
Il momento a cui sei più affezionato della tua esperienza a Roma? “Il gol nel derby contro la Lazio e la vittoria contro il Barcellona quando ero dirigente: un’emozione unica. Il legame che ho con la città di Roma è vivo: ringrazio i tifosi per l’affetto che ricevo quotidianamente, dato che ci vivo. Roma è unica anche per questo motivo: non si è di passaggio ma c’è un legame forte anche umano che è per sempre”.
FONTE: Rete Sport