L’ex giallorosso, Radja Nainggolan, ha rilasciato un’intervista dove ha parlato della “Sua Roma” e di tante altre cose sempre riguardo al mondo giallorosso::
Radja che idea ti sei fatto della stagione della Roma? “Penso che è stata un’annata molto strana, condizionata dall’esonero di De Rossi che è un carissimo amico ed ex compagno di squadra. Lui l’anno scorso ha fatto molto bene, se guardiamo i risultati ha fatto anche meglio di Mourinho: prima gli hanno fatto firmare un contratto di tre anni e poi dopo quattro giornate hanno deciso di cambiare allenatore prendendo Juric che non ha fatto fare alla squadra un cambio di marcia. Secondo me potevano tranquillamente continuare con Daniele. Io la Roma la seguo sempre con affetto, si sta un po’ riprendendo, ma non è ancora la Roma che eravamo abituati a vedere”.
Ci racconti la magia della tua Roma, di quella squadra che ha raggiunto una semifinale di Champions League? “Si ma non è stata soltanto quella squadra ad essere forte: per quattro, cinque stagioni siamo stati al top, avevamo dei grandissimi giocatori. Quando sono arrivato c’erano Benatia, Pjanic, Strootman; giocavamo con Gervinho e Salah e dopo di loro, sono arrivati tanti altri campioni. In porta avevamo Szczesny che poi è stato sostituito da Alisson e avevamo un direttore forte che era Sabatini. In quegli anni, la Roma aveva dei problemi non economici, ma c’era questo bilancio che comunque andava tenuto sotto controllo. Bisognava sempre vendere per poi poter ricomprare ma i calciatori, venivano sempre sostituiti alla grande! Ecco secondo me alla Roma attuale manca proprio questo, penso che in rosa ci siano giocatori bravi ma pochi fuoriclasse”
Se dico che della squadra di oggi nella tua Roma forse avrebbe giocato solo Dybala sbaglio oppure sei d’accordo? “Di questa Roma, a parte Dybala c’è anche Angelino che mi piace, ha un piede importante. Poi ci sono Paredes e Pellegrini che erano giovani ma già giocavano con noi. Era dura giocare con la Roma perché eravamo una squadra dura, tosta, e lasciavamo per strada veramente molto poco: paradossalmente, era più facile che perdevamo qualche punto con le piccole ma poi quando affrontavamo le grandi vincevamo quasi sempre. Andavamo in trasferta a Milano e ricordo che vincevamo sia con il Milan che contro l’Inter. Negli ultimi anni invece, la Roma sta facendo troppo fatica a battere le grandi. Avevamo giocatori come Totti che rappresentava Roma o come De Rossi che ti trasmetteva una grande carica; c’era Kolarov, che comunque era un calciatore bello cazzuto ma anche Džeko: giocatori di carattere che ti spingevano a dare sempre il massimo e con loro riuscivi ad andare sempre oltre”
Il tuo rapporto con i tifosi della Roma è sempre stato ottimo. Ancora oggi, a distanza di anni, la gente ti vuole bene. “Assolutamente sì, sento ancora il loro affetto e sarà così per sempre. Sono andato via in una maniera un po’ particolare perché è stata una mia scelta, ma soltanto perché c’era un direttore che non era corretto nei miei confronti. Un direttore che mi faceva sentire importante ma che poi durante l’estate, firmava dei mandati, a nome della Roma, per vendermi in Turchia. A quel punto, gli io ho detto va bene, se vuoi che vado via ma scelgo io devo andare”.
Ti piacerebbe un giorno tornare… “Guarda, se avessi saputo che a distanza di qualche mese, il direttore sarebbe poi andato via non me ne sarei mai andato: questo è il mio rammarico più grande perché stavo troppo bene a Roma e dopo che sono andato via, qualcosa è cambiato. Io sono uno che quando sto bene e sento l’affetto intorno a me, sono nel mio habitat naturale e riesco a dare il massimo. Andare all’Inter mi ha fatto cambiare un po’ la mia tranquillità la mia la mia normalità giornaliera e quindi non è stato semplice.
Vuoi salutare i tifosi della Roma? “Certo, li saluto sempre con grande affetto. Se il tempo me lo permette, seguo quasi sempre le partite della Roma: spero che possa tornare a competere anche in Champions, perché i tifosi si meritano i più grandi palcoscenici. Roma è la città più bella al mondo e in quanto tale, deve stare nelle competizioni più grandi”.
FONTE: Amore Giallorosso – T9