L’evoluzione, in poco più di un mese, è stata internazionale. Perché la Roma ha improvvisamente scoperto di andare meglio in Europa che in Italia. Il ribaltone è nei numeri e quindi nei risultati. Basta ricordare che, dopo essere stata seconda in serie A tre volte nelle ultime quattro stagioni (con il record di punti nell’ultima), ha passato invece l’ultima notte al 6° posto. Così, imbattuta in Champions e capace di fermare le due favorite del suo gruppo infernale, adesso è chiamata a ripartire proprio in campionato: finora 15 punti (con una partita da recuperare, però) e 2 sconfitte in 7 gare. Il ko con il Napoli è stato doloroso quanto quello con l’Inter. Ma la prestazione autoritaria contro il Chelsea ha ridato forza al progetto di Di Francesco. Che, oggi pomeriggio, è in attesa della risposta che incuriosisce pure la platea. E cioè se il gruppo giallorosso riuscirà a replicare, nel gioco e nell’atteggiamento, il match di mercoledì, passando da Stamford Bridge al Grande Torino.
COLLAUDO IN VIAGGIO – La Roma, comunque, dovrà anche confermare pure l’ottimo rendimento esterno e quindi migliorare, contro i granata di Mihajlovic, il raccolto fatto in trasferta dal 20 agosto. Qui, per la verità, non ha più preso i 3 punti: ultimo successo 4 anni e mezzo fa. Ma fuori, in questo torneo, ha sempre vinto (gli unici 2 ko, entrambi all’Olimpico): Bergamo, Benevento e Milano. E, quindi, ha dato continuità ai successi del campionato scorso, arrivando fino a 10 (se vince, eguaglierebbe il record di 11 dell’Inter di Mancini nella stagione 2006-2007). E, lontano da casa, non ha mai preso gol (solo in coppa). Ma nella sfida contro il Torino conteranno i comportamenti. La conquista della metà campo del Chelsea è stata la vera novità della missione inglese. E l’autentica svolta del metodo di Di Francesco. Giallorossi propositivi, sfrontati e rapidi per il controllo totale del match. Atteggiamento ovviamente migliorabile, eliminando gli errori. Individuali e di squadra, nei passaggi e nelle posizioni.
NUOVA ROTAZIONE EXTRALARGE – Di Francesco, come è già successo nel periodo di full immersion a settembre, è intenzionato a riproporre l’ampio turnover da una partita all’altra. In calendario, dopo il Napoli e il Chelsea, altri 5 impegni in 14 giorni. Da quello odierno contro il Torino alla sfida del 5 novembre al Franchi contro la Fiorentina, in mezzo le gare interne contro il Crotone, il Bologna e il ritorno contro i Blues di Conte. L’allenatore giallorosso se per quattro volte (di fila) ha cambiato 5 giocatori (contro il Verona, il Benevento, l’Udinese e il Qarabag, fermandosi a 4 contro il Milan), stavolta potrebbe addirittura superare se stesso. E, dopo i 4 di mercoledì, possibili ancora 5 innesti in partenza. Forse 6. Perché, nel giorno in cui ha contemporaneamente riconvocato Schick e Defrel, ha dovuto lasciare a casa Fazio, uscito dalla sfida di Londra con una distorsione alla caviglia sinistra (ieri ha provato, ma si è subito arreso). Pronto, per il debutto da titolare, Moreno, unico centrale a disposizione con Jesus (out Manolas e difesa sempre in mezza emergenza con Emerson non utilizzabile). Sulla giostra si apprestano a risalire Florenzi da esterno basso, Pellegrini e De Rossi a centrocampo, più El Shaarawy in attacco. Uscirebbero Peres, Nainggolan, Gonalons e Gerson. Se a destra giocasse Under e restasse anche Perotti, appena richiamato in nazionale dopo 6 anni, sarebbero 6 le novità. Del resto Perotti a destra ed El Shaarawy a sinistra sono stati titolari solo il 23 settembre contro l’Udinese. Cambiando metà squadra, chissà se l’identità resterà quella di Stamford Bridge. A prescindere dalle assenze del Torino (8° posto e 13 punti): Ansaldi, Lyanko, Obi e Belotti.