La sfida della Roma riparte dalla base. Giovani, forti e cari. Non importa se italiani, come Lorenzo Pellegrini, o addirittura extracomunitari, tipo Cengiz Ünder. La discriminante è il talento. La www di Monchi è puntata dove il browser dell’istinto lo ha condotto, con un investimento complessivo di circa 80 milioni per quattro ragazzi di bellissime speranze. «Cerchiamo Pjanic quando non sono ancora Pjanic» avvisava il direttore sportivo agli albori della nuova era, non diversa rispetto ai progetti iniziali della proprietà americana (Luis Enrique, do you remember?) ma con una maggiore aggressività sul mercato generata dalle plusvalenze precedenti.
RECORD – Patrik Schick è l’emblema della ricerca sfrenata dell’investimento a fondo garantito. Mai nella sua storia, nemmeno per Batistuta, la Roma si era spinta oltre i 36 milioni di euro complessivi per un acquisto. La differenza, oltre che nella struttura creativa della transazione concordata con la Sampdoria, è essenzialmente nell’anagrafe: Batistuta aveva 31 anni e un curriculum enorme quando lasciò Firenze per vincere lo scudetto a Roma mentre Schick ne ha soltanto 21, cioè 10 di meno, e ha già dimostrato abbastanza sul campo senza rendersi inarrivabile.
OLANDA – Anche se in scala, vale lo stesso principio per Rick Karsdorp. Purtroppo Di Francesco non lo ha ancora allenato, neppure una volta, e probabilmente dovrà aspettare ancora un paio di settimane prima di capire davvero di che pasta sia fatto. Ma dopo un paio di stagioni da titolare nel Feyenoord e una manciata di partite con la nazionale olandese per Monchi valeva un’asta internazionale, con il Bayern coinvolto e poi uscito di scena davanti alle richieste del venditore. Karsdorp del quartetto di ventenni è il più anziano, essendo nato nel 1995, uno in più di Schick e Pellegrini, che alla Roma è costato “solo” 10 milioni come da accordi privati con il Sassuolo ma già ne vale più del doppio.
LAMPI – Il più giovane invece arriva dall’Europa dell’Est, in quel lembo di terra che è anche Asia: a vent’anni Cengiz Ünder è già il nuovo Dybala per i turchi, a cui non sono sfuggiti la familiarità con il piede sinistro, il taglio di capelli alla moda e persino la postura che rimandano allo stile del campione juventino. Di Francesco gli ha già concesso qualche minuto nel disperato finale contro l’Inter.
PROSPETTIVA – Il principio ispiratore degli 80 milioni investiti è una Roma che si sappia rigenerare, senza disdegnare occasioni alla Kolarov ma seguendo un tracciato che resista all’usura del tempo. Nel primo anno senza Totti forse è troppo pretendere lo scudetto ma è doveroso sperare in un futuro radioso. «L’importante è comprare bene» ricorda Monchi. Che in cuor suo è sicuro di non aver sprecato neanche un euro.