Finalmente il turchetto. E con il gol più veloce che si è visto, in giallorosso, dal 2012. Erede, pensate un po’, di Totti, anche questo un bel segnale per la nuova avventura di Under. Che, alla presenza numero 15 in serie A (sono 16 con la Roma, contando anche quella in Coppa Italia), ha usato il sinistro nel modo giusto e ha fatto centro. La sua ultima rete il 13 novembre con la maglia della Turchia nell’amichevole persa 3 a 2 contro l’Albania. Nel suo campionato, invece, il 30 aprile 2017: doppietta con il Basaksehir e successo 3 a 1 contro il Besiktas. L’11 giugno mise la firma pure nelle qualificazioni mondiale: 1 gol nella vittoria per 4 a 1 in Kosovo.
IN RAMPA DI LANCIO – Monchi ci punta e non solo perché ha speso 13,4 milioni (con i bonus possono diventare 15). E, non a parole, anche Di Francesco. Che lo chiama affettuosamente Gengio. E che gli ha concesso, al Bentegodi, il 3° match di fila da titolare: a Marassi e all’Olimpico contro la Sampdoria, prima di quest’ultimo contro il Verona. Adesso è davanti a Schick che, tra l’altro, si è nuovamente fermato, a Defrel, chiamato a Trigoria per fare il vice Dzeko, e anche a Perotti che, almeno ultimamente, si gioco il posto con El Shaarawy. Si trova a suo agio sia nel 4-3-3 che nel 4-2-3-1. E, all’occorrenza, sa recitare pure da trequartista. Lo ha fatto, in corsa, già in altre gare ed è successo pure dopo il gol a Nicolas: nel primo tempo si è scambiato spesso la posizione con Nainggolan.
FIRMA ANNUNCIATA – «Vorrei dare anch’io il mio contributo in un risultato positivo della Roma». Under si è presentato, insomma, con il gol in canna prima della partita. Dopo è raggiante: «Sognavo da tanto tempo questa prima rete italiana. E tutta la settimana ho lavorato duro con i compagni per sbloccarmi. Sono proprio felice di essere stato ripagato per il mio impegno quotidiano. E di aver fatto ritrovare il successo alla Roma. Di essere stato desivo contro il Verona». Cengiz avverte: «Come state vedendo, è un altro Under dopo la sosta. Mi chiedevano anche per strada il gol e io rispondevo che era vicino. Ma devo ringraziare Di Francesco, per la pazienza e la fiducia». Adesso, festeggiato il 1° gol sotto il settore dei tifosi romanisti, punta al nuovo step. Il suo obiettivo è imparare alla perfezione la nostra lingua: «Ci vorrà tempo per parlare meglio, ma adesso mi riesco a esprimere e comunque capisco: questo mi aiuta nel rapporto con i compagni di squadra. E anche con la città. Mi sento meglio, sempre più a mio agio. I primi tre mesi sono stati difficili. Ora, però, riesco a seguire le indicazioni dell’allenatore e ad accontentarlo nelle sue richieste. Sicuramente i miglioramenti tattici sono importanti per me. E sto iniziando a capire il calcio italiano che è molto duro. Uso la mia velocità per provare ad anticipare sempre gli avversari».
IMPOTENZA OFFENSIVA – Under (13° marcatore stagionale) basta per i 3 punti, ma non per cambiare il trend giallorosso: la Roma, dal 1° dicembre scorso (3 a 1 all’Olimpico contro la Spal), non riesce a segnare più di 1 gol, in 9 gare di campionato solo 6 i gol segnati. Media, in questi 65 giorni, di 1 rete ogni 142,5 minuti. Peggio di così solo 24 anni fa (stagione 1993-1994), con Mazzone in panchina. Il mal di gol durò dal 19 dicembre fino al 20 marzo, con ben 13 partite in cui i giallorossi non furono capaci di realizzare più di 1 rete. In quei 91 giorni furono conquistati appena 9 punti in 13 match. Nessuna vittoria, 4 sconfitte e 9 pareggi. E a fine anno fu 7° posto.