Doveva essere la partita di Nainggolan. Potrebbe diventare quella di Zaniolo. Due ex che fotografano il sottile trait d’union che lega Roma e Inter da tempo. Prima dell’avvento della Juventus formato Merckx, erano proprio giallorossi e nerazzurri a giocarsi campionato, coppa Italia e Supercoppa. Partite mai noiose, sempre ricche di gol, con calciatori che un anno li trovavi da un lato e la stagione seguente dall’altro. La lista è lunga e scivola indietro anche ai primi anni 2000 comprendendo Samuel, Dacourt, Batistuta, Maicon, Chivu, Burdisso, Cristiano Zanetti, Pizarro, Amantino Mancini, Destro, Panucci, Adriano e Cassano. Nomi di spicco. Come quelli di Nainggolan e Spalletti. Se il belga non ci sarà, Lucio sarà regolarmente in panchina, sognando nuovamente il colpaccio all’Olimpico. Non però per cullare il sogno tricolore. Roma e Inter, rispetto al passato, si giocano molto meno. Un semplice posto in Champions che per le casse dei rispettivi club rappresenta tuttavia linfa vitale.
VOGLIA DI RIVALSA – Gli ex, si diceva. Ognuno con la sua storia da raccontare ma tutti passati da una sponda all’altra (ad eccezione di Zaniolo e Spalletti) perché non ritenuti più utili alla causa. Che fosse giallorossa o nerazzurra poco cambia. Jesus e Santon da un lato, Politano e Nainggolan dall’altro. Le ragioni per prendersi qualche rivincita non mancano. Anche per chi, come Spalletti, ha deciso autonomamente di andarsene. Lucio cova mille pensieri, per i quali servirebbe un libro. Quello che magari oggi in conferenza ammetterà di aver letto. Il riferimento è all’autobiografia di Totti che a più riprese lo ha tirato in ballo. Sempre sponda nerazzurra, c’è anche Politano. Quello che per molti a Roma non poteva arrivare, perché avrebbe provocato la «Sassuolizzazione» di Trigoria. Quello che nel 2015 venne ceduto al club emiliano in prestito con diritto di riscatto a 3,5 milioni, per avere i soldi per completare l’acquisto di Perotti. Due anni dopo è stato trasferito per una somma che si aggira sui 27 milioni. Oggi Matteo è titolare nell’Inter e in pianta stabile in nazionale. Quella che ha perso da tempo Santon che però a Roma ha ritrovato un minimo di serenità. Discorso che si può estendere, errori compresi, anche a Juan Jesus. I due, se giocheranno, lo faranno con una voglia di rivalsa particolare. Lo scherno e il sospiro di sollievo nel momento dei loro addii, trapelato dall’ambiente interista, non li hanno dimenticati.