La Roma ha fame di punti e non perché gioca all’ora di pranzo. Dall’inizio del 2018, scivolando al 5° posto, è fuori dalla zona Champions. Il piazzamento tra le migliori 4, però, resta vitale per il futuro economico e tecnico del club giallorosso, e obbliga Di Francesco, a prescindere dalla prestazione, a ritrovare subito il successo nel lunch match contro il Verona al Bentegodi. L’ultima vittoria è lontana 50 giorni (in trasferta 3 mesi: il 5 novembre a Firenze): 1 a 0 contro il Cagliari, il 16 dicembre all’Olimpico. Poi il digiuno di 7 partite: 6 di campionato, dopo il ko contro il Torino e l’eliminazione in casa dalla Coppa Italia agli ottavi, e 3 punti in classifica. Rendimento da retrocessione e non più da vertice, con il Napoli leader ormai fuori dal radar: più 16.
PRECEDENTE FASTIDIOSO – Proprio al Bentegodi e sempre in tarda mattinata, il 10 dicembre scorso, si è inceppata la Roma che, nonostante il tiro al bersaglio, fece cilecca, pareggiando contro il Chievo (0-0). Contando pure quella partita, in 3 delle ultime 8 giocate i giallorossi non hanno fatto centro e nelle altre 5, al massimo, hanno realizzato 1 rete. Il mal di gol, dunque, è stato scoperto qui a Verona, quasi 2 mesi fa. E non è stato ancora curato. L’attacco è diventato il 9° della serie A (sorpassato anche del Torino, dopo l’anticipo di ieri pomeriggio a Marassi contro la Sampdoria): 32 gol in 22 gare sono pochi per chi è partito con il capocannoniere della scorsa stagione e ha speso 85 milioni per 3 nuove punte. In campionato Dzeko è per ora arrivato a quota 10 reti, mentre Under, Defrel e Schick, non hanno ancora mai fatto centro.
INTERVENTO MIRATO – Ecco perché Di Francesco è intenzionato a modificare parzialmente il sistema di gioco, passando al 4-2-3-1. Che, in fase difensiva, resterà simile al 4-3-3, assetto preferito del tecnico, o al 4-1-4-1, modulo usato a San Siro contro l’Inter. Ma, per far uscire dal letargo gli attaccanti, avanzerà Nainggolan da trequartista, nel rombo offensivo e dinamico che prevede Under a destra, Dzeko centravanti ed El Shaarawy a sinistra. La formula offensiva è stata provata nell’ultima settimana anche per l’assenza del regista titolare De Rossi e di quello di scorta Gonalons. I mediani, davanti alla linea arretrata a 4, saranno Pellegrini e Strootman, con quest’ultimo a fare il play. Nel momento più delicato, insomma, l’allenatore è andato incontro ai giocatori: Nainggolan e Dzeko, più degli altri, sono favorevoli a questa virata. Lo stesso Spalletti chiuse lo scorso torneo con il 4-2-3-1 proprio per risvegliare le punte: 15 gol in 4 partite, per il 2° posto e il record dei punti.
RIVALE FRAGILE – Pecchia, con il successo largo di domenica al Franchi contro la Fiorentina (1-4), ha ottenuto la conferma dal presidente Setti. Prima del viaggio in Toscana, l’ex vice di Benitez si è ritrovato in bilico per i 4 ko di fila contro l’Udinese, la Juventus, il Napoli e il Crotone. Ma rimane in pericolo, al penultimo posto. Qui, tra l’altro, lo sopportano poco, anche perché in casa ha raccolto meno che in trasferta: solo 7 dei 16 punti sono stati conquistati al Bentegodi, con 8 sconfitte, 2 vittorie e 1 pari. E, in 5 delle 11 gare interne, il Verona non è riuscito a segnare. Solo 9 i gol realizzati sul proprio campo. L’allenatore gialloblù ha salutato a gennaio il centravanti Pazzini e non potrà schierare contro la Roma nè il giovane attaccante Kean (squalificato), classe 2000 e doppietta 8 giorni fa a Firenze, nè l’ex giallorosso Cerci (infortunato). Dal Bologna, a gennaio, è arrivato Petkovic che in 28 partite di serie A non ha ancora interrotto il suo digiuno. Di Francesco, di questi tempi, non si può permettere però di snobbare nemmeno lui.