L’Olimpico accende i fari sulla Roma. Pubblico poco, come al solito: chissà se si presenteranno gli annunciati 28 mila spettatori (venduti solo 4500 biglietti). Ma curiosità, quella sì, tanta. Perché, nella stagione che ha preso ormai la piega peggiore, la tifoseria giallorossa vuol capire se la squadra è ancora capace di reagire, magari ricordandosi la caduta ignobile al Franchi contro la Fiorentina nel quarto di Coppa Italia (7-1), e comunque di chiudere il torneo almeno dignitosamente e senza arrendersi con largo anticipo. L’unico senso, invece, da dare al match contro la Viola di Pioli (ore 21) è la notte degli esami. Dovrà affrontarli, già da stasera e per le prossime settimane fino alla conclusione del torneo, ognuno dei protagonisti in campo. Sarà il primo dei 9 in calendario da qui al 26 maggio, quando finirà il campionato e comincerà la rifondazione.
Nessuno (o quasi) ha la certezza di restare. Vigila, dunque, la società giallorossa, soprattutto il management italiano che si occupa della gestione ordinaria a Trigoria. Prende appunti soprattutto Massara, il ds provvisorio che, promosso dopo l’addio di Monchi, lavora per essere confermato. E, davanti alla tv e come sempre dall’estero, Pallotta e Baldini verificheranno il comportamento dei singoli e non certo quello di Ranieri, il traghettatore che è stato messo sotto contratto solo per 2 mesi e mezzo. Il presidente continua, insomma, a giudicare da lontano quanto avviene nella Capitale. È scontento e si sa. Ma lo sono anche i dirigenti che lo vorrebbero più presente qui, soprattutto nei momenti complicati e cruciali come lo è l’attuale. Anche per l’immagine: assente da 11 mesi, dà quasi l’idea che la proprietà sia disinteressata alla vita quotidiana del club.
ROTAZIONE MINIMA – La classifica si può ancora guardare: il Milan frena ancora, 1 a 1 contro l’Udinese a San Siro, e il 4° posto è sempre lì, a 5 punti. Vale la pena provare a ridurre il distacco, senza sprecare l’ennesima chance. Ranieri, del resto, è orientato a dare la giusta continuità alla sua gestione tecnica. Così riparte dal 4-3-3 che ha usato in corsa domenica contro il Napoli. Annunciato e scontato il turnover, anche perché qualche interprete non è in grado di giocare 2 partite ravvicinate di fila (e sabato è in programma la gara contro la Sampdoria a Marassi). Sono 4 le possibili novità dopo la sbandata davanti ad Ancelotti.
La più rumorosa dovrebbe essere l’avvicendamento in porta: dentro Mirante per Olsen che ultimamente non dà garanzie. In difesa Jesus (è più veloce di Marcano e gli attaccanti viola sono tra i più rapidi della serie A) per Manolas, a centrocampo Zaniolo per De Rossi che è in ballottaggio con Nzonzi, in attacco Under per Schick. Che non va dato, comunque, per escluso: sarà lui il centravanti se Dzeko in giornata non avrà risolto i problemi all’anca e alla caviglia. Interventi, dunque, mirati per preservare alcuni giocatori che non sono al top. Ad esempio Karsdorp non sta benissimo e lo stesso Under non ha ancora recuperato la condizione migliore.
RIECCO EL FLACO – Pioli, senza Edmilson e Pjaca, recupera Chiesa che, però, dovrebbe andare in panchina. Pellegrini, come previsto, entra invece nella lista dei 22 convocati di Ranieri che, oltre allo squalificato Manolas, deve rinunciare ancora a Florenzi ed El Shaarawy. Ma, dopo più di un mese, torna a disposizione Pastore che uscì di scena, dopo aver offeso Di Francesco al momento dell’ingresso in campo al posto di De Rossi nel derby, il pomeriggio del 2 marzo. Quel giorno giocò metà del secondo tempo. Fu schierato, invece, dall’inizio il 30 gennaio al Franchi per partecipare (fuori dopo 45 minuti) all’umiliante eliminazione dalla Coppa Italia. È la sua ultima presenza da titolare. Di sicuro indimenticabile, come per gli altri che parteciparono alla figuraccia di Firenze. Non l’unica della stagione.