Il metodo è chiaro: salgo sul treno e mi avvio a prendere la coincidenza. Se poi per un motivo particolare non serve più arrivare a destinazione, faccio sempre in tempo a scendere alla prima fermata possibile e a tornare indietro. Metodo Monchi, ormai s’è capito. Non so se cessione di questo o quel giocatore sarà, intanto apparecchio la tavola per il sostituto. È così con Leo Paredes, piano svelato: se si concretizzerà un’offerta per l’argentino è tutto da vedere, nell’attesa Monchi ha preparato la via per Jean Michael Seri, approcciando l’ivoriano e lo stesso Nizza.
ASPETTANDO OFFERTE – Ecco, cambia il reparto ma non il metodo. Che la cessione di Manolas sia una possibilità – per quanto non ancora concretizzatasi con un’offerta ufficiale – Monchi lo sa bene e non ne fa neppure un mistero. Il greco non è all’asta, ma che a Trigoria non dispiaccia poi troppo – almeno non tanto quanto vendere Rüdiger, ad esempio – l’idea di una partenza è fin troppo chiaro. Altrimenti Monchi non sarebbe stato ad ascoltare l’agente del difensore, nei giorni scorsi a Trigoria. Di più: la Roma ha autorizzato l’agente Evangelopoulos a parlare con altre società, in primis lo Zenit San Pietroburgo. E Manolas è anche nella (lunga) lista di centrali che Conte vorrebbe per il suo Chelsea. Se il greco trova l’accordo con un club e lo stesso club recapita alla Roma un’offerta superiore ai 30 milioni, l’affare si chiude. Il colloquio Monchi-Evangelopoulos, peraltro, è stato di doppia natura: si è parlato dell’ipotesi cessione ma pure di un possibile rinnovo, strada praticamente obbligata se a settembre cessione non sarà stata.
ATLETICO…BLOCCATO – E allora Monchi chiacchiera, riceve, osserva, telefona e marca (i giocatori). Un altro Manolas ce l’avrebbe pronto. Anzi due, uno in Spagna e l’altro in Argentina. Il nome nuovo è quello di Juan Foyth, centrale classe 1998 dell’Estudiantes, per il quale la Roma ha già offerto 6,5 milioni di euro. Il difensore ha giocato appena quattro partite in prima squadra con il club di Juan Sebastian Veron, ma ha fatto in tempo a conquistare la maglia dell’Argentina Under 20, con la quale si è messo in luce nel recente Mondiale in Corea del Sud. Monchi ha drizzato le antenne e sta provando a sfruttare il blocco di mercato dell’Atletico Madrid. Sì, perché il club spagnolo aveva praticamente in pugno il giovane argentino fino a poche settimane fa, prima che venisse ufficialmente confermato dal Tas lo stop alle trattative per l’estate. Da qui l’affondo della Roma e l’offerta per quello che, cinque anni dopo, sarebbe un bis dell’operazione Marquinhos, ovvero l’acquisto di un giocatore appena affacciatosi in prima squadra in Sudamerica sul quale scommettere per la Serie A.
VECCHIA CONOSCENZA – La pista è calda, anche se non l’unica. Sul taccuino di Monchi c’è ben in evidenza il nome di Mauricio Lemos, uruguaiano di 21 anni del Las Palmas, che il quotidiano inglese Telegraph ha inserito al 30° posto tra i 50 giovani migliori al mondo. Monchi tentò già un anno fa a corteggiare Lemos, cercando invano di portarlo al Siviglia. Un anno dopo la rincorsa non è finita. Ma certo sono cambiati i parametri dell’operazione. Un anno fa ci provò pure il Barcellona, con un’offerta (rifiutata) di 4 milioni. Ora il Las Palmas ne chiede 20 e la strada non è così semplice da percorrere: anche l’Everton si è informato sull’uruguaiano, di sicuro un profilo di difensore più pronto rispetto a Foyth. Ma la storia di Monchi ha abituato tutti alle scommesse. Non necessariamente vincenti, ovvio. Ma di sicuro una necessità per una squadra – lo era il Siviglia, lo è anche la Roma attuale – che del trading di calciatori fa il proprio core business. In fondo anche Manolas arrivò dopo Benatia. E Benatia dopo Marquinhos.