Segnali di Roma. I giallorossi bloccano la corsa della Juve e racimolano il secondo pareggio in tre partite. Ancora una volta 0-0, a testimonianza di una squadra che pur avendo Dybala, Soulé, Dovbyk e Pellegrini fatica maledettamente in zona gol. Vedendo il bicchiere mezzo pieno, almeno per un tempo si è capito cosa ha in mente De Rossi: squadra corta, aggressiva, forte sulle seconde palle e vogliosa di verticalizzare.
De Rossi decide di giocare dietro a quattro, imposta a tre e si trasforma in 4-3-3 quando l’azione offensiva si è già sviluppata e 4-1-4-1 in fase difensiva. I giallorossi difendono alti, aggressivi e con un possesso palla mai fine a se stesso. Il problema però è che non si tira mai in porta, con Dovbyk annullato da Gatti e Bremer.
Vlahovic è più mobile, ma per impegnare Svilar bisogna aspettare il minuto 41, quando il portiere devia in angolo una girata del centravanti serbo. Se proprio va cercato un neo è nel lavoro degli esterni offensivi, i quali non saltano mai l’uomo e a rimetterci è Dovbyk. L’ucraino si vede solo in un paio di ripiegamenti per far salire la squadra ma è completamente fuori dal gioco.
Nella ripresa è un’altra Juve con gli ingressi di Koopmeiners e Conceicao, ma fortuna vuole che Vlahovic non sia in serata e l’attaccante prima sbaglia una conclusione e poi spreca alcuni contropiedi. De Rossi capisce che l’inerzia è cambiata e così effettua alcuni cambi. Alla fine a chiudere in avanti è la Roma, che sfiora il gol con Angelino con una conclusione dai 25 metri.
FONTE: Il Messaggero