Per descrivere la stagione della Roma, forse, potrebbe bastare l’Upside Down (il sottosopra) di Stranger Things. Due universi paralleli, realtà così differenti tra loro che si fa fatica a considerarle non vicine, ma anche solo appartenenti alla stessa età storica. E infatti la serie tv americana può essere etichettata nella categoria fantascienza, con mostri d’ogni genere da una parte e la quotidianità di Hawkins dall’altra.
A Trigoria, invece, è tutto vero e le due versioni della Roma sono coesistite all’interno dell’annata 2024/25: quella sconclusionata di Juric, con la zona retrocessione inquietantemente vicina e quella targata Ranieri, che ora vince e non vuole svegliarsi.
E questa rivoluzione ha un nome e un cognome, Claudio Ranieri, anche se il tecnico, da vero Sir, fa di tutto pubblicamente per evitare gli elogi e reindirizzare i complimenti alla sua squadra. La verità, però, è sotto gli occhi di tutti. Richiamato alla guida della Roma per la terza volta, Ranieri ha detto sì ai Friedkin il 14 novembre. In meno di quattro mesi ha attraversato il sottosopra, riportando serenità e aprendo prospettive inimmaginabili.
Dal suo arrivo, la Roma in campionato ha tenuto un passo da corsa Champions (30 punti in 15 giornate, media di 2 punti a partita), con un inizio di 2025 da favola: prima nell’anno nuovo e reduce da undici risultati utili consecutivi in Serie A. Un’accelerata sensibile, che ha permesso ai giallorossi di scalare posizioni (dal 15° posto dopo Como-Roma 2-0 del 15 dicembre, all’attuale 8°) e recuperare punti a tutte le dirette concorrenti: scavalcato il Milan, ora la Juve quarta è a +9. (…)
Le basi di questa rimonta sono state individuate in un gruppo di titolari ai quali Ranieri, inizialmente, si è affidato (con Hummels e Paredes, passati da incognite a monumenti). Nel corso delle settimane poi il Sir di San Saba ha scoperto, passo dopo passo, la profondità della sua rosa, dando fiducia a tutti. I casi di Celik e Shomurodov, spesso decisivi nell’ultimo periodo, sono l’emblema di come le seconde linee oggi rappresentino valide alternative o veri e propri titolari aggiunti.
Domani, a Empoli, Ranieri potrà schierare Pellegrini, Koné, Saelemaekers, Hummels e Paredes, tutti giocatori che non hanno iniziato dal 1’ la sfida ai baschi. Difficile chiamarlo turnover, visti i nomi in questione, più semplicemente maestria nella gestione del gruppo. Il 110 Sir Claudio se l’è già guadagnato, dovesse recuperare anche Pellegrini scatterebbe la lode.
Infine, il rapporto con la gente romanista. L’abile sarto Ranieri ha ricucito anche questo e siamo passati dalla contestazione con la Sud vuota in segno di protesta, all’oceano di bandiere e d’amore di giovedì sera. Chi conosce la storia della Roma sa che qui si è vinto solo quando squadra e pubblico sono stati una cosa sola. (…)
FONTE: Il Romanista – S. Valdarchi