Per far capire, forse, quanto la festa di ieri della Roma abbia davvero conquistato tutti, l’esempio può essere Riccardo Calafiori: pochi mesi fa giocava con i neo campioni della Conference League – e tecnicamente lo è anche lui-, ieri invece era al Circo Massimo con la famiglia, mischiato ai tifosi.
Oppure Cristian Totti, il figlio dell’ex capitano, che l’ultima volta che il Circo Massimo si era colorato di giallorosso non era neppure nei pensieri di mamma Ilary e papà Francesco. È stato un enorme bagno d’amore quello che ha coinvolto Roma ieri, con tre pullman scoperti (giocatori, staff e dipendenti) che hanno attraversato la città dopo la meravigliosa notte di Tirana.
La squadra, rientrata all’alba di ieri, era distrutta dal sonno, ma l’adrenalina ha avuto la meglio e tutti non vedevano l’ora di ricevere il tributo della gente. L’appuntamento, ovviamente, era fissato nel luogo in cui si sono celebrati i pochi grandi successi della storia romanista: il Circo Massimo.
Non c’era il milione di persone del terzo scudetto conquistato nel 2001, ma almeno di centomila tifosi scatenati e pieni di passione. I primi sono arrivati addirittura intorno all’ora di pranzo, con un grande anticipo rispetto all’orario previsto (16.30) dell’arrivo del pullman della squadra. Per strada romanisti di varie generazioni: i nomi sulle maglie andavano da Cappioli a Lorenzo Pellegrini, passando ovviamente per Francesco Totti (ancora il più gettonato), De Rossi ma anche Salah, Dzeko e Batistuta.
Tra quelli attuali, quelli che tirano di più sono Tammy Abraham, eroe di questa stagione, e Nicolò Zaniolo, eroe di Tirana. Tra i più scatenati proprio Zaniolo nell’intonare i cori – qualcuno anche poco gradevole nei confronti della Lazio con cui ha un conto aperto da molto tempo -e Nicola Zalewski.
Imperdibili Mancini e Ibanez a torso nudo e Smalling con lo champagne in mano. Sotto un sole cocente, la temperatura superava abbondantemente i 30 gradi, anche se quelli percepiti erano molti di più: inevitabile, dopo 14 anni di attesa.
I romanisti non vedevano l’ora e quindi hanno accompagnato la squadra fin da Trigoria, quando il pullman era ancora quello classico. Gente sui tetti delle macchine, in mezzo alla strada, persino un ragazzo che per rincorrere il pullman ha buttato a terra le stampelle. Applausi per tutti, baci lanciati, sorrisi ma, soprattutto, ovazioni a non finire per José Mourinho.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini
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