Sarà l’ennesimo atto d’amore verso la Roma, forse anche il modo migliore per festeggiare i suoi 50 anni in giallorosso. Perché la storia d’amore tra Bruno Conti e i giallorossi iniziò proprio nel 1973 e oggi si arricchisce di un’altra pagina di un romanzo meraviglioso: domani Brunetto tornerà in panchina e, chissà, potrebbe farlo anche domenica prossima, a Verona.
Il motivo? La squalifica per due giornate che José Mourinho e il suo vice, Salvatore Foti, si portano dietro dalla scorsa stagione. Squalifiche a cui per domani si aggiungono quelle di Michele Salzarulo (video match analyst, lui ha la licenza Uefa A e domenica potrebbe toccare a lui) e Nuno Santos, il preparatore dei portieri. “Un’emozione grandissima – dice Conti –. L’allenatore è Mourinho e vista la squalifica sarà Stefano Rapetti la sua voce in campo: a me è stato chiesto di essere di supporto e non vedo l’ora di dare il mio contributo. Ci sarà l’ennesimo sold out, spero di portare ancora più entusiasmo, in un momento in cui la panchina dovrà sopportare diverse assenze, su tutte quella di José”.
Insomma, per Roma-Salernitana c’era il problema di mettere in lista un allenatore. Finora la squadra l’ha sempre guidata Stefano Rapetti, il preparatore atletico che con Mou ha già lavorato all’Inter e al Manchester United. E anche domani sarà lui a farlo dal campo. La Roma aveva chiesto al settore tecnico della Figc una deroga, ricevendo però un diniego, non essendo Rapetti un allenatore. Dentro casa le soluzioni potevano essere Alberto De Rossi, Marco Cassetti e Roberto Menichelli, tutti con patentino Uefa Pro.
La società ha però pensato che l’uomo giusto fosse un altro. E cioè proprio Bruno Conti, che come licenza ha una Uefa A e per cui si è dovuto chiedere, anche qui, una deroga. Stavolta concessa. “Desidero ringraziare Mou e i Friedkin per l’opportunità – continua Conti – Quando la Roma chiama è impossibile non rispondere. So già che sarà bellissimo”. Quindi Mourinho: “Avere Bruno seduto al mio posto è un onore. Quando ho parlato con lui la prima volta ho sentito subito entusiasmo e trasporto. Sono sicuro che insieme ai nostri tifosi ci darà una spinta in più”.
Conti, del resto, l’allenatore della Roma lo aveva già fatto nel 2004-05, la stagione dei 4 tecnici (prima di lui Prandelli, Voeller e Delneri). In quella circostanza ebbe una deroga in quanto campione del mondo, in tutto dieci partite: una vittoria, 4 pareggi e 5 k.o.. La vittoria, però, fu pesantissima: in casa dell’Atalanta, penultima giornata, 1-0 con gol di Cassano. Quella vittoria valse poi la salvezza, in un’annata disastrosa. «Quel giorno piansi di gioia con Rosella Sensi», disse poi Conti. Alla Sensi non se l’era sentita di dire di no, nonostante sapesse bene che fosse una situazione disperata. Dopo Bruno si è messo a fare il direttore tecnico. E la prima scelta fu Spalletti, tanto per capire quanto vede più lungo degli altri.
Anche se poi la vera ricchezza Conti alla Roma l’ha regalata nel scegliere i suoi ragazzi. Iniziò nel 1993, vincendo tanti titoli e tirando fuori una marea di giocatori. Gli ultimi? Bove, Zalewski, Scamacca, Calafiori e Milanese. Ma prima c’erano stati i vari De Rossi, Amelia, Romagnoli, Ferronetti, Aquilani, Bovo, Pepe, Okaka, D’Agostino, Galloppa, Bertolacci, Florenzi, Politano, Verre, Caprari, Pellegrini, Mazzitelli, Verre e tanti altri ancora. Un baule pieno d’oro, per le casse del club e per le squadre. Ora darà ancora una volta una mano. Perché al cuore non si comanda.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese
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