C’è turnover e turnover. Quello necessario per far ruotare la rosa e un altro inevitabile, per farla respirare. De Rossi, contro il Torino, è alle prese con il secondo. Perché una gara come quella giocata contro il Feyenoord ti logora. Non solo dal punto di vista fisico: l’aspetto mentale, in questi casi, non va sottovalutato.
Centoventi minuti sul filo come quelli giocati contro gli olandesi lasciano il segno. Per questo motivo, domani contro i granata il tecnico sta studiando una nuova Roma.
Magari non spregiudicata come quella contro il Frosinone, quando cambiò modulo (passando al 4-2-3-1 con 4 attaccanti in campo) e cinque pedine rispetto a Rotterdam. Se i cambi potrebbero essere gli stessi, forse anche uno in più a seconda delle risposte che avrà questa mattina dai suoi attaccanti, improbabile che cambi assetto.
Ma dopo una battaglia come quella di giovedì sera a, difficile pensare che Spinazzola (100 minuti), Dybala (102 minuti), Pellegrini (uscito acciaccato per un indurimento ai flessori, a tal punto che ieri non si è allenato), Llorente (reduce da un trauma cranico, out anche lui ieri) possano ripartire dal 1’. E non finisce qui: perché Karsdorp potrebbe fare un passo indietro alla pari di uno tra Lukaku ed El Shaarawy.
Romelu, al di la della difesa continua da parte dell’allenatore, dell’abbraccio a fine gara con tanto di urlato che azzittito l’Olimpico impazzito, ha bisogno di fermarsi. Anche perché dietro c’è Azmoun, uno che a Frosinone ha giocato perché “non me la sentivo di lasciarlo fuori per come lo vedo allenarsi” e che non più tardi di una settimana fa ha messo in panchina proprio Big Rom, dopo un primo tempo da dimenticare.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina