Un pareggio che lascia l’amaro in bocca alla Roma, che vede sfumare la prima vittoria stagionale nei minuti di recupero. Non soddisfatto De Rossi, che a fine partita ha analizzato il calo di prestazione dopo l’intervallo: «Abbiamo dominato il primo tempo, nel secondo ci siamo abbassati troppo e abbiamo smesso di ripartire e correre. La squadra si è abbassata di 20 metri e non lo avevo richiesto. Abbiamo commesso troppi errori tecnici e qualche superficialità di troppo, dando così fiducia ai nostri avversari».
È mancata soprattutto lucidità sotto porta: «Abbiamo avuto tante occasioni per fare il secondo gol, le statistiche sono nettamente a favore nostro, ma le partite le devi chiudere, è quello che fa la differenza in questi stadi, se hai dominato così nella prima frazione di gioco, non capisco perché poi si è deciso di giocare in maniera differente».
Il tecnico ha poi commentato la rete subita, sottolineando la disattenzione difensiva: «Non hanno funzionato le marcature, anche perché De Winter è uno dei più bravi saltatori che hanno. Abbiamo preso gol dentro l’area piccola in superiorità numerica netta, c’è poco da analizzare. Bisogna essere più forti mentalmente, alcune palle vanno spazzate avanti e far scorrere il cronometro».
Uno sguardo anche all’arbitraggio e, in particolare al rigore su Dybala e all’espulsione rimediata nel finale: «Ho rivisto le immagini e mi sembra parlino chiaro. Inizialmente ero convinto fosse fuorigioco, ma mi hanno assicurato che non lo fosse. Se oggi parlo dell’arbitraggio sembra come se abbiamo buttato i punti per colpa sua. Non si può prendere gol dentro l’area piccola, voglio tenere l’arbitro fuori da questo discorso. Sull’espulsione non ci siamo capiti: stavo protestando per il fallo su Pellegrini, pensavo ci fosse, ma magari riguardandolo non lo era. Mi ha detto di non protestare più e io gli ho chiesto “ma non posso parlare” e mi ha cacciato».
Un altro episodio che ha cambiato la partita è stato l’infortunio di Saelemaekers e il relativo cambio, oltre alle condizioni degli altri giocatori: «Mi ha detto che si è fatto male alla caviglia, come quinto avrei potuto mettere Dahl o Soulè, più offensivi, mentre io volevo dare maggiore struttura. Celik ha preso il posto di El Shaarawy perché non credevo avesse 90 minuti. Pisilli era ammonito, era normale. Dovbyk non mi ha parlato di infortunio, mentre N’Dicka credo abbiamo avuto solo dei crampi, per quello alla fine gli ho avvicinato Cristante».
Al termine della gara ha rilasciato alcune dichiarazioni anche Angelino, che ha minimizzato la pressione legata a un avvio non facile: «Siamo la Roma, dobbiamo lottare per le posizioni più alte. Da fastidio non poter soddisfare il sostegno dei nostri tifosi».
L’ex Lipsia ha poi spiegato il suo ruolo nella difesa a tre: «Tra i due braccetti sono quello più offensivo e quello che può operare anche da quinto. Dobbiamo adattarci e io sono pronto ad aiutare la squadra dove serve, l’importante è restare uniti».
FONTE: Il Tempo – M. Cirulli