Cuffie sulle orecchie, occhi vispi e profondo tuffo nel passato. Marco Delvecchio è il testimonial scelto della Roma per la maglia ASR Origins Jersey 2023/24 che sarà indossata da Pellegrini e compagni nel prossimo derby in onore della storia giallorossa. Il kit, infatti, prende ispirazione da quello che ha visto brillare Super-marco a cavallo dei due secoli, con nove gol nei quindici derby giocati, più di Montella, Volk, Amadei, Balbo, ma non di Totti.
“Bisogna avere anche un po’ di fortuna e io avevo la fortuna e la bravura nel segnare sempre nel derby. La sentivo come partita, era importante e tutti ci tenevano. Riuscivo a dare il meglio di me. Il primo che ho fatto nel derby ho detto “ok, ho fatto gol”. Poi c’è stata una doppietta e un’altra doppietta. Da li ho capito che il derby era cosa mia, gli altri gol sono venuti di conseguenza”, ha detto l’ex attaccante durante un podcast della Roma registrato dentro le mura di Trigoria con la maglia celebrativa addosso.
“Il derby di Milano? Non c’è paragone. Percepisci il derby di Milano quando arrivi allo stadio la domenica, quando vedi qualche coreografia. Quello di Roma lo inizi a vivere un mese prima che arrivi. È un’altra sto ria, altre tifoserie, colori e sfot-tò. È un derby sentito dieci volte di più di quello di Milano”.
ESULTANZA. Immancabile un passaggio sulla sua esultanza con le mani alle orecchie, come a “sentire” i fischi: “C’era polemica dietro. Sono equivoci che si possono creare. Una volta che c’è stato il chiarimento con tutti i capi dei tifosi abbiamo capito che non aveva senso farsi la guerra e l’obiettivo era fare il bene della Roma. Poi ho spiegato che l’esultanza era per andare a sentire la gioia dei miei tifosi”.
CONTRO NESTA. “Nesta era senza dubbio il laziale che mi soffriva di più, ma io soffrivo tantissimo Gottardi che come caratteristiche era diverso da me. Nesta aveva un passo lungo ed eravamo alti uguale e mi trovavo a mio agio. Gottardi era velocissimo, quando me lo mettevano addosso avevo difficoltà. Io in progressione andavo più forte di lui, ma nei primi passi era molto reattivo”, ha aggiunto Delvecchio ricordando i duelli del passato.
DE ROSSI. Delvecchio, poi, mette il focus su De Rossi giocatore: “Daniele è un ragazzo di Roma, viveva il derby come Totti. Magari ci pensavano troppo e non riuscivano ad esprimersi nel migliore dei modi. Ma ora è cresciuto, è maturato e saprà come affrontarlo da allenatore. Sono sicuro che lo farà benissimo”.
La Roma di DDR ha trovato un’identità: “Parlano i risultati. Daniele ha avuto un approccio che non mi aspettavo. Quando torni in un ambiente in cui sei stato per tanti anni e ritrovi gente con cui hai giocato non è sempre facile rapportarsi nel modo giusto. Invece ha trovato l’equilibrio con i giocatori, la società e la gente che gli sta permettendo di far bene. Quindi, complimenti. Sta facendo un grandissimo lavoro”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Scalia