Ci hanno pensato Dybala ed El Shaarawy. Il campione e l’uomo che non ti aspetti. La Joya che con un (quasi) gol e un assist festeggia la sua 100esima partita con la maglia giallorossa. E il Faraone, escluso da ogni ballottaggio di formazione alla vigilia ma capace di cambiare la partita nella ripresa subentrando ad inizio secondo tempo proprio al posto del capitano, infortunato.
E scaccia tutti i fantasmi che erano riapparsi sullo stadio Olimpico. Per El Shaarawy è il terzo gol stagionale dopo la doppietta, inutile, contro il Bologna nella partita di andata. La Roma vince 3-1 contro il Genoa e si rimette piano piano in carreggiata in campionato agganciando il nono poso in classifica, in attesa delle partite del weekend.
La Roma parte con il piglio giusto, quello ormai consolidato delle partite in casa. Pressione alta e palla in verticale per Dovbyk. È infatti proprio l’ucraino, al secondo gol consecutivo, a sbloccare la partita dopo venticinque minuti. Complice un ottimo cross di Saelemaekers sulla testa di Pellegrini che colpisce, fa quasi gol, prima del tap in vincente del numero 11 giallorosso. La partita sembra scorrere sui binari della tranquillità, nonostante il Genoa giochi sciolto e con coraggio. Ma senza mai tirare verso Svilar. Poi però un angolo innocuo di Miretti porta al gol del pareggio. Pellegrini perde completamente la marcatura di Masini che segna il primo gol in Serie A. Sembra l’inizio dell’ennesimo psicodramma stagionale.
Tutti nello spogliatoio. Ranieri compreso. Che nel secondo tempo inserisce l’uomo che cambia la partita. Dopo un quarto d’ora El Shaarawy segna alla sua maniera, con un tiro a giro alla sinistra di Leali. Zittendo anche il brusio dell’Olimpico, intento a richiamare l’attenzione dell’arbitro per un presunto fallo di mano di Sabelli in area. Tutto cancellato dal destro del Faraone che risistema la situazione e fa tirare un sospiro di sollievo a Sir Claudio. El Shaarawy la sblocca. E Dybala la chiude. O meglio, l’autogol di Leali – secondo la Lega – che mette la parola fine alla partita.
FONTE: La Repubblica – M. Juric
