Vola la Roma di campionato e restituisce entusiasmo al pubblico deluso per l’eliminazione agli ottavi di Europa League: con quella di ieri sul Cagliari sono sei le vittorie consecutive, ma sono dieci (con tre pareggi) dal giorno dell’ultima sconfitta, a Como, il 15 dicembre. Per battere i sardi è bastato un gol di Dovbyk su azione da calcio d’angolo dopo poco più di un’ora di gioco, un minuto dopo che si era divorato un gol clamoroso a tu per tu con Caprile facendo rumoreggiare i tifosi più esigenti: è per questo che festeggiando il gol, Ndicka, Mancini e altri giocatori lo hanno quasi trascinato sotto la Tevere per mostrarlo come fosse lui il trofeo appena vinto, quello del gol che peraltro varrà tre punti. E ora la classifica si fa interessante: dopo la sconfitta della Juventus a Firenze e l’umiliazione della Lazio a Bologna, la distanza dal quarto posto che varrebbe la Champions si è ridotta a 4 punti (erano 15 a metà dicembre, proprio dopo Como), 3 sono le distanze dal quinto posto che vale l’Europa League, a 2 si è ridotto il distacco con la Lazio, a due partite dal derby (dopo la sosta si andrà a Lecce e poi arriverà all’Olimpico la Juventus). Continua dunque il cammino prodigioso di Ranieri in Serie A nel 2025 e nel girone di ritorno: sono già 26 i punti in dieci giornate, nell’intero girone d’andata sono stati 23.
La vittima di giornata è stato il Cagliari, ma per batterli c’è voluto uno sforzo ai limiti del tollerabile. Alla fine ne hanno fatto le spese in due: Dybala, entrato al 19’ del secondo tempo e uscito al 30’ per un risentimento ai flessori dietro il ginocchio sinistro, e Rensch che si è infortunato all’82’ ed è rientrato in campo con una vistosa fasciatura all’adduttore per non lasciare la squadra in inferiorità numerica, vista la ferita di Bilbao ancora aperta. Ranieri aveva sperato di ridurre l’impatto dell’inevitabile stanchezza (dalla Spagna la comitiva giallorossa era rientrata alle 3 di notte di venerdì) cambiando sei giocatori rispetto all’undici schierato in Europa: con Svilar e gli immancabili Mancini e Ndicka dietro ha messo Rensch, al fianco di Paredes nel mezzo ha messo Koné, Saelemaekers ha bissato Angeliño sui lati, Baldanzi e Soulé sono stati scelti per sostenere l’azione offensiva alle spalle di Dovbyk. E avrebbe sicuramente giocato anche capitan Pellegrini se non fosse stato alle prese con l’influenza. Solito combattivo Cagliari di fronte, con il 3511 suggerito alla vigilia, con Palomino, Mina e Luperto in difesa, Zortea, Adopo, Prati, Deiola e Obert a centrocampo, e Viola alle spalle di Piccoli davanti.
Sul campo ancora pettinato con i fregi del Sei Nazioni di rugby (sabato c’è stata Italia-Irlanda), la Roma ha cominciato meglio dei sardi che si sono inevitabilmente abbassati a difesa della porta di Caprile. Al 7’ Dovbyk ha saltato Mina e ha cercato senza trovarlo Soulé all’indietro, al 9’ ancora Dovbyk ha recuperato un pallone in pressione e ha consentito a Soulé stavolta di cercare la porta, tentativo respinto. Al 15’ l’ucraino ha sfruttato un recupero di Mancini per calciare forte, alzando un po’ troppo la mira. Al 28’ Palomino ha salvato in scivolata su Baldanzi, mentre al 30’ su corner di Paredes Mancini si è coordinato molto bene per battere a rete al volo da dentro l’area, ma la sua conclusione è stata sporcata ancora in angolo. Al 34’ il primo squillo di Piccoli con un destro da lontano ben controllato da Svilar. Al 36’ su cross di Soulé ancora Dovbyk ha pizzicato la palla di destra cercando l’angolo più lontano, senza sorprendere Caprile. Al 41’ Deiola ha trattenuto decisamente Soulé fuori area e meno decisamente in area, dove però l’argentino è caduto: per Piccinini non c’è stata alcuna irregolarità. Poi in un minuto due palle-gol: al 43’ un corner di Soulé è stato incornato da Dovbyk (fuori di poco), al 44’ su una palla persa da Koné, stranamente abulico, Prati ha mandato in porta Zortea da posizione defilata, altissimo il tiro.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco