Ivan Juric non si dimette, ma non è detto che non venga dimesso, come è accaduto a De Rossi, e lo stesso destino è toccato alla Ceo Souloukou. Ma la serata è brutta, pessima, una di quelle che lascia il segno, sugli occhi dei calciatori, vedi Pellegrini, che dice di aver “fatto schifo dal primo all’ultimo” e su quelli di Juric che sostiene che è stato “tutto sbagliato”, dice, senza nascondersi.
E ricorda le vecchie prestazioni, che a lui sono piaciute, per quello non si spiega questa caduta fiorentina. La squadra sembrava non seguire le sue indicazioni, perfino i fedelissimi lo hanno deluso: sostituiti Cristante, Angeliño e poi Mancini, che poi nella ripresa sono rimasti nello spogliatoio.
“La colpa non è di chi ho sostituito, potevo cambiarne altri. Era tutto sbagliato in generale, eppure io prima di questa volta avevo visto una buona Roma, contro la Dinamo avevo visto una bella partita. Sono rimasto molto deluso. A Firenze sono mancate attenzione e concentrazione, ho notato cose veramente brutte soprattutto in fase difensiva. Ho visto errori da parte di tutta la squadra. Ci sono poche scuse. Ho visto la squadra spaesata, con i concetti tattici provati a mai eseguiti”.
Forse ci sono calciatori poco adatti al suo calcio. “Se si prendono solo cinque reti in sette partite nonostante errori grossolani vuol dire che ce la fanno alla grande a seguirmi. Anche all’Atalanta capitano partite del genere e oggi è capitato a noi. In un certo senso meglio che sia successo tutto oggi, ma ora bisogna ripartire migliorando”.
La panchina è in discussione? “Sapete come è il calcio. Io lavoro, altri decidono. Raramente mi sono capitate serate di questo tipo. Dimissioni? Non ci ho pensato nemmeno, una serata non cambia la mia posizione. Se qualcosa è mancato in queste sette partite, è la fame. Essere animali, bastardi”.
Pellegrini rincara la dose: “Clima non facile, certe prestazioni sono inaccettabili. Bisogna pensare ad andare avanti, non conosco strade diverse da quelle del lavoro. Bisogna guardarsi negli occhi e dirci la verità”. Non c’è compatibilità con l’allenatore? “Non c’è stato un momento in cui non abbiamo dato tutto, ci vuole tempo per vedere i risultati: non esiste essere contro l’allenatore, non me lo posso permettere io né i miei compagni. Ma quello che è successo con la Fiorentina non va bene, io soffro due volte, da romanista e professionista. E’ una doppia pugnalata. Se sono io il problema, alzerei la mano e andrei via. La Roma è in un momento difficile, bisogna essere uomini, parlare e risolvere i problemi. De Rossi e Juric? Quando si cambia allenatore, è sempre difficile. E loro sono due tecnici diversi. Tutti devono fare meglio, me compreso”.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni