Liberté, Égalité, Manu Koné. In Francia non parlano d’altro che dell’exploit del ragazzo di Colombes, al punto da rendere dissacrante il motto sul quale hanno fondato un’intera nazione. Hanno tutti negli occhi la sua partita contro l’Islanda al Parco dei Principi. Se non l’avete vista, “Equipe de France”, il profilo ufficiale dei bleus, ha pubblicato ieri una sintesi efficace su Instagram che include il repertorio completo del centrocampista tra scivolate, strappi e contrasti, accompagnando la clip con la frase: “Match da guerriero. Manu Koné era ovunque!”.
I commenti ve li lasciamo immaginare: si spazia da termini come «fenomeno» e dai suoi sinonimi a espressioni di stupore del tipo «ma dove sei stato finora?» e «quanto sei forte!». Deschamps ha deciso di affidargli le chiavi della mediana un po’ come ha fatto Gasperini dal primo giorno di ritiro. E pensare che la Roma, stretta nella morsa di un attacco da rinforzare, a un certo punto del mercato è stata tentata dall’idea di cederlo per realizzare una plusvalenza. Ora punta a blindarlo.
Koné è arrivato un anno fa per 18 milioni dal Borussia Mönchengladbach. Nel caso in cui una sua possibile cessione portasse a una plusvalenza, i giallorossi dovrebbero destinare ai tedeschi il 10% di quest’ultima. Una cifra che porta inevitabilmente il venditore a un ragionamento: alzare il più possibile il prezzo così da incassare una cifra ritenuta congrua al netto della percentuale di cui sopra. Per la Roma e per il suo ds Massara oggi Koné fa parte degli incedibili, o quanto meno di quelli che potrebbero essere sacrificati sull’altare del fair play finanziario solamente a fronte di un’offerta shock.
Ad agosto non sarebbero bastati 45 milioni; tra un anno, soprattutto se Koné dovesse guidare il centrocampo della Francia ai Mondiali, potrebbero volercene quasi 60. Manu, comunque lusingato dall’interesse dell’Inter, resta uno dei beni più preziosi di Trigoria. E fa parte di un ristrettissimo cerchio di simboli riconosciuti ormai su larga globale. Gli altri due giocano dietro e in attacco. (…) Koné, Svilar e Dybala e con loro, in potenza, calciatori come Soulé e Ferguson, sono i pilastri della Roma del presente e del futuro.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota











