La rosa così composta passa al discepolo di Gasperini: il carattere resta spigoloso, con baruffe pubbliche con chi non lo segue, ma forse anche la novità delle coppe europee, in cui Juric è al debutto. L’impostazione difensiva è elastica, non nei numeri ma nell’atteggiamento. La costruzione dal basso di De Rossi non è pratica a cui Juric è affezionato, più usato il palleggio orizzontale per pescare un esterno libero o un lancio. Comunque: aggressività, duelli uomo su uomo, velocità e predominio fisico sono le caratteristiche della fase difensiva del croato.
Dal punto di vista fisico, è un sistema che richiede molte energie e quindi andrà valutato il grado di preparazione della rosa, prima di vedere in fretta gli sviluppi della filosofia del nuovo tecnico. Con un esterno di corsa e piede (alla Angelino) è il trequartista di settore ad abbassarsi per fare da sponda nel triangolo di risalita. Juric ha usato in carriera con frequenza il 3-4-2-1, ma nella stagione scorsa aveva anche cambiato in 1+2.
Il “doppio trequartista” vedeva anche una punta retrocessa o un centrocampista avanzato: Zaccagni-Pessina a Verona, Vlasic-Ricci a Torino, oppure Sanabria per uno dei due. A Roma eredita il quesito tattico Dybala-Soulé. E far convivere i due mancini per non aumentare le tensioni sarà una scommessa. Pellegrini o Baldanzi sono i candidati pure per l’altro posto, mentre Dovbyk, che per stazza e attitudine al croato piace, potrebbe vedere anche uno dei quattro salire al suo fianco (3-5-2).
FONTE: La Gazzetta dello Sport – P. Archetti