Quattro reti, un altro clean sheet dopo il Frosinone e la testa del girone condivisa insieme allo Slavia Praga. La notte dell’Olimpico ha confermato i progressi del gruppo giallorosso, ma allo stesso tempo ha accentuato ancor di più le difficoltà di qualche singolo, in particolar modo Houssem Aouar. Dopo un positivo precampionato da protagonista, il centrocampista algerino sta faticando ad inserirsi nei meccanismi di gioco dei giallorossi, giocando spesso sotto ritmo senza incidere quando è in possesso. E questa non è l’umile opinione di chi scrive, ma il pensiero di José Mourinho, che nelle ultime uscite non ha utilizzato mezze misure per commentare le prove del numero 22 giallorosso.
Dopo la sfida contro lo Sheriff Tiraspol, lo Special One ha definito il suo ritmo in gara come quello “della paura”, dopo la vittoria con il Servette il pensiero del tecnico portoghese è stato ancora più netto: «Aouar sta facendo fatica a crescere nella nostra direzione, perché non saremo noi ad andare nella sua direzione, è lui che deve venire nella nostra. Abbiamo bisogno di tempo, ma non abbiamo tempo perché abbiamo bisogno di punti».
Parole dure di un tecnico che, ancor prima di essere un esperto allenatore di calciatori, è anche un navigato psicologo dello sport, in grado, attraverso le sue dichiarazioni, di stimolare le reazioni (in campo) dei suoi uomini. Ed è quello che si aspetta all’Unipol Domus da Aouar, quasi “costretto” a giocare non tanto per scelta tecnica, dopo l’opaca prova con il Servette, ma per esigenza, o meglio emergenza. Con Renato Sanches e Pellegrini ai box e Cristante obbligato a rimanere nel reparto arretrato, la mediana appare obbligata con Paredes, Bove e Aouar. A meno di un cambio di modulo, con il centrocampo a quattro e due mediani. Tutto dipenderà da Aouar e dai segnali che avrà mandato a Mourinho. (…)
FONTE: Il Romanista – A. Di Carlo
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