Mano in tasca, emozionato, Daniele De Rossi ha sfidato il freddo e la tramontana dell’Olimpico con un semplice completo grigio e maglioncino nero. A riscaldarlo, l’emozione per il nuovo debutto in giallorosso e l’affetto della sua gente. Quando entra in campo, abbozza un saluto al coro della Curva Sud. Poi, fa un giro su se stesso e ringrazia anche gli altri settori dello stadio. La partita si mette subito bene. Il gol di Lukaku, bissato poco dopo da quello di Pellegrini, è quello che serve per iniziare con il piede giusto. Esultanze composte, in entrambe le reti.
Anche quando la gara si scalda, per il gol annullato a Folorunsho e il rigore assegnato al Verona, De Rossi rimane composto, come la panchina alle sue spalle. L’ultima mezz’ora è una sofferenza, il fischio finale una liberazione. Come il saluto sotto la Curva a fine partita: “Uno dei momenti che verranno messi nell’album dei ricordi della mia vita e della mia carriera – sorride nel post-gara – Tanto tempo fa dissi “se solo avessi avuto due carriere da donare alla Roma…”. Ora forse la seconda mi è stata donata”.
È tempo di analizzare la partita: “Il primo tempo mi è piaciuto molto, se la palla non va veloce diventa dura. Non escludo che il calo della ripresa sia causa nostra che abbiamo un po’ intensificato gli allenamenti e li abbiamo un po’ imballati”.
FONTE: Il Messaggero