Quando DDR parla di caratteristiche dei calciatori del futuro, fa sempre riferimento a età (giovani), alla struttura mentale (la famosa fame) e alla gamba (veloci, di corsa, che saltino l’uomo). E se andiamo ad analizzare il parco giocatori attuale, notiamo come la spina dorsale coinvolga pochi elementi. Proviamo: Svilar, Mancini, Ndicka per quanto riguarda i centrali di difesa, Spina è uno che a De Rossi piace, ma è in scadenza di contratto.
Angelino è uno che la Roma terrebbe (e terrà) volentieri. Rui Patricio, Celik, Karsdorp, Kristensen, Llorente e Smalling (più Huijsen) sono tutti giocatori di cui, ad oggi, rischia di perdere.
Di questo parliamo e il budget oggi è di un tipo, e se la Roma dovesse finire in Champions, sarà di un altro. Passando dal centrocampo, Pellegrini, Paredes, Cristante sono i punti fermi, ma i tre vanno puntellati: Bove c’è e potrebbe essere uno di più. Ne servirebbero almeno altri due di quel livello, non Sanches, non Aouar, che ha deluso prima Mourinho e poi De Rossi.
La Roma ha pure bisogno di ristrutturare l’attacco. Come noto, riscattare Lukaku è impresa quasi impossibile. Oltre a Baldanzi c’è El Shaarawy, uomo che dà ampie garanzie, mentre non è riuscito l’esperimento di Zalewski alto. Azmoun difficilmente verrà riscattato, mentre Abraham non può bastare.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni