L’assist di Dybala che da solo vale il prezzo del biglietto e l’errore di Shomurodov a tre metri dalla porta per il quale non è sufficiente il buffetto di Pellegrini per punirlo. I fischi durante l’ingresso in campo di Cristante e Pellegrini. In precedenza, la reazione dell’Olimpico, che va ascoltato, all’annuncio di Juric.
E poi una Dinamo Kiev svuotata ed inguardabile (…) Una Roma vicina alla realtà Juric l’ha ottenuta solo quando ha fatto entrare Dybala e Pellegrini. Per oltre un’ora ha giocato una rosa sperimentale: Celik braccetto, Zalewski a destra, Angelino quinto, Koné e Le Fée in mezzo, Pisilli più avanzato e Dovbyk unica punta (unica delle poche solide realtà).
Non è semplice commentare una squadra schierata così. Normale che Juric debba provare e riprovare le cose. Il guaio è che può farlo solo in partita e l’Europa League non è il terreno ideale per farlo (…) Juric è quello che ha meno colpe di tutti e non merita di lavorare in simili condizioni: non è stato lui a cacciare De Rossi e non è stato lui ad offrirsi ai Friedkin. In poche settimana ha sottolineato i limiti e le qualità del gruppo: non è un bel vivere in queste pressioni. Ci si potrebbe anche accontentare della vittoria di ieri. Ma chi si accontenta non gode.
FONTE: Il Corriere dello Sport