Quello della Roma è formalmente un 4-3-3, quello del Milan un 4-2-3-1- Le distanze però sono più ridotte di quanto s’immagini perché Pellegrini, più danzante, meno veloce, assolve gli stessi compiti di Loftus-Cheek: è una mezzala-trequartista moderna. De Rossi è stato bravo a disegnare un nuovo tridente che copre tutto l’attacco rispetto al 3-5-2 di Mou, teoricamente perfetto per la coppia Dybala–Lukaku.
Lukaku è Lukaku, nel bene e nel male. Fin qui soltanto un tecnico, Conte, ne ha esaltato tutto lo strapotere fisico. Si immaginava potesse dare di più, però nella serata giusta può essere devastante. Dybala ora si muove a tutto campo, mentre prima non si allontanava troppo dalla corsia destra.
Il duello con Theo è una delle chiavi del match. Impossibile pretendere dalla Joya recuperi e copertura difensiva, d’altra parte il francese non potrà scatenare la sua corsa, o reinventarsi mezzala, senza rischiare. Se il Milan chiede equilibrio a Pulisic, per accorciare le distanze e garantirsi copertura la Roma punta sulla corsa di El Shaarawy al quale DDR ha restituito un ruolo ideale: esterno difensivo dalla doppia fase.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – F. Licari