Nel video di commiato dello Special One spazio solo ai pupilli Mancini, Dybala e Bove. Evidente la frattura col resto della squadra. Il volto trasfigurato dall’emozione e un «grazie ragazzi rivolto alle decine di tifosi che lo hanno salutato fuori da Trigoria. Sono queste le ultime immagini e parole di José Mourinho il giorno del suo addio. Da quel momento il silenzio. Il portoghese è volato a Londra dalla sua famiglia lasciando a Roma ricordi e lacrime.
E un saluto postato sul suo profilo Instagram che da due giorni sta facendo molto parlare. Nel video Mourinho ripercorre le tappe dei suoi quasi tre anni sulla panchina della Roma. Dalla corsa sotto la Sud per il succes-so numero 1.000 della carriera alla vittoria della Conference passando alla finale persa di Budapest. L’abbraccio dei tifosi al ritorno da Tirana, il tatuaggio celebrativo delle cinque coppe europee e infine il bacio alla coppa vinta al suo primo anno. Il tutto correlato da questo messaggio: «Sudore, sangue, lacrime, alle-gria, tristezza, amoR, fratelli, storia, cuore, eternità».
Nessun riferimento a capitan Pellegrini e alla lunga schiera di calciatori italiani che hanno accompagnato il portoghese lungo tutto il cammino in giallorosso. Un particolare che è stato notato da molti tifosi giallorossi. Non è un segreto che negli ultimi giorni anche i fedelissimi avessero abbandonato Mou al suo destino, lamentandosi più volte con Ryan Friedkin di alcuni comportamenti che non piacevano più allo spogliatoio. Le accuse in pubblico, le scelte tattiche e alcune esclusioni eccellenti hanno decretato la fine.
Dall’Inghilterra infatti si fa sempre più insistente la voce di un suo ritorno al Porto, dove vinse tra il 2002 e il 2004 una Coppa Uefa e una Champions. Molto però dipenderà dall’esito delle elezioni presidenziali del club lusitano: uno dei candidati principali è Andre Villas-Boas, che di Mourinho è stato il vice prima che le strade dei due si separassero, non senza qualche ruggine. Ma la stima è rimasta intatta e lui sarebbe il nome forte in caso di vittoria.
FONTE: La Repubblica