Inaccettabile, ingiustificabile, o meglio, “orribile”. Così Mourinho ha definito la prestazione della Roma a Praga di due giorni fa. Una serata amara per i giallorossi arrivati in Repubblica Ceca con tre punti e due gol di vantaggio sullo Slavia, vanificati da una partita pessima, e, di fatto, non giocata. Il primo posto non dipende più dalla Roma che ad oggi è seconda e deve fare sei punti sperando poi nella differenza reti o in un inciampo dello Slavia. Una gestione del match che Mourinho non ha gradito. Stavolta da parte di nessuno.
Dopo il fischio finale lo Special One ha imposto il silenzio stampa, salvo per Belotti che aveva già parlato. Ma soprattutto ha messo sul banco degli imputati tutta la squadra, nessuno escluso. Tranne Bove, preso a modello per impegno e interpretazione della gara ma di certo più un pretesto per mettere i compagni spalle al muro.
Mai il tecnico portoghese aveva “contestato” l’intera squadra, anche in occasioni più drammatiche sportivamente come Bodo. Un post partita incandescente e per certi versi simile ad alcuni del passato con Mou che sottolinea in maniera perentoria la differenza di personalità, esperienza e professionalità che distingue la sua figura e la sua carriera rispetto ai suoi calciatori. Mettendoci in mezzo anche il derby, l’anello di congiunzione tra Praga e il resto della stagione.
«Nessuno lo sente più di me», l’iperbole di José in conferenza stampa. Ovviamente subito dopo il triplice fischio l’unico interesse dell’uomo di Setubal era quello di lavorare sulla psicologia dei suoi, alla ricerca di una reazione nella stracittadina che a questo punto diventa cruciale. Contro Sarri la Roma si gioca non solo punti, ma anche credibilità e possibilità future.
Il derby capita prima dell’ultima sosta dell’anno solare e a circa un terzo della stagione (dodicesima di campionato). Momento dove si può cominciare a tracciare una linea sul rendimento dei giallorossi. Ancora abbastanza lontani dalla zona Champions (quattro punti con Atalanta e Bologna in mezzo) ma con zero punti finora conquistati negli scontri diretti con Milan e Inter. Tra l’altro, i giallorossi non vincono un derby dal 20 marzo 2022 con quel roboante 3-0 che vide protagonisti Abraham e Pellegrini (che prova ad esserci domani).
La scorsa stagione due delusioni nei confronti con i biancocelesti, e anche per questo Mou ha spinto forte nella dialettica post Europa. Urge una reazione importante da parte della squadra che si è dimostrata per l’ennesima volta fragile e poco motivata quando gli impegni la vedono se non favorita perlomeno in posizione di vantaggio. Ora testa ad un derby dalla grande importanza.
FONTE: Il Tempo – L. Pes