Un pareggio raggiunto ancora una volta in pieno recupero, grazie ad un calcio di rigore di Lorenzo Pellegrini. La Roma torna da Udine con un punto insperato, ottenuto al termine di una partita senza idee e qualità, ma soprattutto di grande sofferenza dal punto di vista fisico dopo l’impegnativa trasferta in Olanda in Conference League.
Per Mourinho, tornato in panchina in Serie A dopo due giornate di squalifica, è stata una prova particolarmente dura. “Dopo il rigore di Pellegrini – le parole del portoghese – ho pensato che ci sarebbero serviti alcuni minuti in più. È stata la partita che mi aspettavo, dopo un paio di minuti ho capito che non avevo sbagliato le previsioni. Siamo entrati nel gioco solo con i cambi, molti dei nostri hanno fatto fatica ad entrare in partita, non è facile per chi non ha mai giocato le coppe capire la difficoltà che c’è nel preparare una gara come questa”.
Continua lo Special One: “Guardando il linguaggio del corpo dei calciatori si capisce che partita sarà, ce n’erano due o tre dei miei che fin dall’inizio non avevano la forza per giocare. Se avessimo fatto gol prima ce la saremmo potuta giocare anche meglio per la vittoria, ma sono otto gare senza sconfitta: magari abbiamo perso qualche punto in casa, ma pareggiare a Sassuolo o a Udine può andare bene“.
La Roma ha pagato le fatiche di coppa. “Abbiamo avuto un possesso palla senza intensità: una squadra era al massimo delle sue potenzialità, un’altra era in difficoltà. Non possiamo scegliere i match, sono tutti importanti, dobbiamo avere la forza mentale per migliorare questo aspetto. Dopo la Conference abbiamo perso a Verona, Venezia, pareggiato a Udine ma dobbiamo avere una mentalità e un atteggiamento diversi. Zaniolo? L’ho visto molto bene dal punto di vista emozionale, l’Udinese riesce a destabilizzarti e poi, vista l’esperienza con Di Bello, che gli ha dato due gialli contro l’Inter (in campionato e in Coppa Italia, n.d.r.), credo che abbia giocato condizionato. Per questo sono soddisfatto delle sua prestazione. Pellegrini mi ha convinto ma mi è mancato davanti perché avevo bisogno di costruzione bassa“.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini