«Quando cadi devi rialzarti, bisogna ritrovare il bambino che è dentro di noi». Tra due giorni il nuovo esordio con la Roma. Il quarto se consideriamo anche la carriera da calciatore per Claudio Ranieri che affronterà al Maradona il Napoli capolista dell’amico Antonio Conte in cerca di punti che possano risollevare i giallorossi dalla crisi.
«La squadra fin qui ha fatto male, anche peggio. Ora deve tornare a fare quello che sapeva fare. Non serve un mago, ma una persona male che sa curare il malato anche se non sarà dall’oggi al domani. Servono step per farlo e noi siamo compatti come dirigenza e squadra per farlo. Io ho sempre cercato di tirare fuori il bambino che è dentro i calciatori. L’entusiasmo deve essere quello, poi le responsabilità sono da adulti. Qui c’è gente che ha giocato bene in passato, quindi sa come si fa», ha esordito il tecnico.
Difficilmente Sir Claudio potrà contare su Paulo Dybala dall’inizio della partita: «L’ho visto oggi per i primi 20 minuti, fatemi parlare con lui e con i fisioterapisti. Non so come è abituato, quanti allenamenti deve fare prima di essere disponibile. Se Paulo ha fastidi va aiutato, se invece gli esami dicono che non ha nulla bisogna capire perché ha questo dolore. Lui lo vedo positivo e propositivo, ma io preferisco non rischiare un giocatore che non se la sente. Meglio saltare una partita che un mese». Tradotto: l’argentino dovrebbe partire dalla panchina.
Infine sugli altri singoli: «Dovbyk sta bene, non ha problemi e ci sarà. Pellegrini da capitano deve saper reagire ai fischi. Quando si cade la cosa più bella è vedere come ti rialzi. Lui come romano è atipico: è un po’ introverso, si tiene tutto dentro. Ma sono convinto che reagirà. Lo spogliatoio? Se Juric l’ha trovato triste figuratevi io. Per questo bisogna riportare l’entusiasmo e il sogno che avevano da bambini dentro di loro. Ci pagano per fare il lavoro più bello del mondo. Cristante centrale di difesa? Ma se ho Hummels perché deve giocare Cristante in difesa? Poi può capitare, ma se stanno bene entrambi…».
FONTE: Leggo – F. Balzani