C’è ricaduto. Un’altra volta. A Roma-Milan, come accaduto domenica a Torino, Pellegrini doveva fare soltanto presenza in panchina. Da giorni si portava dietro una noia muscolare. Poi, infortunatosi Aouar poco prima della mezz’ora, Mourinho gli ha chiesto di entrare. E Pellegrini, non ha saputo dire di no. Una volta in campo la problematica all’adduttore lungo della gamba sinistra si è acuita e a fine partita gli ha presentato il conto: principio di lesione. Era il primo settembre. Nel frattempo arriva la chiamata di Spalletti in Nazionale. La prima, quella alla quale nessun calciatore sa dire di no. Lorenzo risponde quindi presente. Tempo 4 giorni e alla vigilia del match contro la Macedonia, suo malgrado, alza bandiera bianca.
Mou ne ha bisogno, come l’aria. Anche chi fuori Trigoria lo denigra, si sta rendendo conto quanto pesi l’assenza del Capitano. È sempre così: il bersaglio preferito dei social, poi però in campo quando non c’è si nota, eccome. Lorenzo è l’equilibratore dello Special. Il centrocampista che sa regalare quantità e qualità, inserimenti e copertura. Il sogno di José era di averlo in una coppia di mezzali con Renato Sanches. Ora, viste le precarie condizioni del portoghese (e di Aouar), rilancia con Cristante. Perché il 3-4-2-1 di Torino, se El Shaarawy deve poi rincorrere Seck sino all’area di rigore, fatica a decollare.
FONTE: Il Messaggero
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