L’urlo del capitano era rimasto compresso dentro nove mesi di frustrazioni, tra Roma e Nazionale. Lorenzo Pellegrini non segnava un gol decisivo dal 17 marzo, quando curiosamente punì la sua ex squadra: il Sassuolo. in seguito ha vissuto, tra pubblico e privato, nove mesi destabilizzanti. Dall’esonero di De Rossi in poi per lui non c’è stata pace.
Ma soprattutto, da quando indossa la fascia di capitano, mai era andato tre volte di fila in panchina per scelta tecnica. La terapia di Ranieri, spegni e riaccendi, ha raggiunto già un obiettivo tangibile. Non solo Pellegrini è tornato al gol sbloccando la partita contro il Braga. Ma anche pensato al suo allenatore, correndo ad abbracciarlo in segno di riconoscenza.
Negli ultimi due mesi Pellegrini ha spesso pensato di lasciare la Roma, non per un desiderio di fuga dalle responsabilità ma per recuperare la serenità necessaria a esprimere il suo talento. Di recente, non a caso, il Galatasaray aveva fatto sapere al suo staff di essere pronto a ospitarlo fino al termine della stagione.
Naturalmente le indicazioni che arriveranno domenica dalla partita di Como serviranno a chiarire lo scenario. Se Ranieri conferma Pellegrini in formazione, Pellegrini da Ranieri non si stacca più.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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