“Il nostro campionato inizia adesso: il mese di dicembre ci dirà chi siamo”. Archiviate le due sconfitte consecutive in Serie A, con in mezzo il pareggio di Londra con il Tottenham, Ranieri vuole una risposta decisa dalla squadra, a partire dalla gara di domani sera (ore 20.45, diretta tv Dazn e Sky) contro il Lecce, in cui c’è da invertire la rotta.
La formazione giallorossa, infatti, ha perso sei delle ultime sette gare di campionato (una sola vittoria, contro il Torino), tra cui tutte le ultime quattro. Solo una volta nella sua storia in Serie A la Roma ha registrato cinque sconfitte consecutive: tra febbraio e marzo 1951, stagione (l’unica) che poi si concluse con la retrocessione in B.
Un record negativo da non eguagliare, in una partita da non sottovalutare. La serie B è a due soli punti. “Al momento lottiamo per uscire dalla bassa classifica, i giocatori sono abituati a stare in alto, io sia in alto che in basso. In questo mese capiremo cosa vogliamo fare, sono convinto che i calciatori risponderanno colpo su colpo ma voglio vederlo in campo”.
Ranieri rischia di dover rinunciare a Dovbyk. “Non sta bene, è fortemente influenzato ed è sceso in campo con la febbre contro l’Atalanta. Non so se ce l’avrò per il Lecce. Ci sto pensando, non so come starà e devo riflettere su una variante senza di lui. Tranne la fase d’attacco, dove doveva essere più cattivo, secondo me contro l’Atalanta ha fatto una lotta contro Hien vincendo tanti duelli”.
Il tecnico torna a parlare di Pellegrini e Dybala. “Lorenzo si sta allenando bene, valuterò di partita in partita: è splendido dalla metà campo in avanti, sa fare tutto. Contro l’Atalanta non l’ho messo perché avevo bisogno di un centrocampista capace di lottare mentre lui è più uno da metà campo in avanti. Non sono contento dell’intensità di Dybala, ma lo sono per come ha giocato: l’intensità non è la sua qualità”.
Dalle condizioni dei singoli Claudio Ranieri per la terza volta in carriera sulla panchina romanista dipende anche un possibile cambio di modulo. “Ci sto pensando, ma non dico altro per non dare vantaggi”.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini