“Aspettiamo prima di dire che mangerò il panettone“. Risate, battute, un’aria distesa. Del resto Claudio Ranieri al Fulvio Bernardini si sente a casa, e nonostante il momento ancora critico in classifica ha quella personalità ed eleganza per poter lavorare restando comunque sereno con chi gli è attorno. Alla fine della conferenza, durante il consueto brindisi di auguri con i cronisti, non ha mangiato scaramanticamente una fetta di panettone ma di pandoro, per poi raccontare qualche aneddoto sul suo passato in giallorosso e la gloriosa stagione al Leicester.
Una persona di carattere e dal carisma travolgente: “È un bagaglio che noi uomini abbiamo o non abbiamo“, ha detto Ranieri soffermandosi sulla personalità dei giocatori in squadra e sulla loro leadership: “Si capisce quanto uno sia leader solamente quando ce l’ha, quando si è ambientato, quanto sia un leader indiscusso anche per i compagni. Io cerco il massimo da tutti. Io come allenatore posso portare il giocatore al suo 100%, che magari è un 50% per un’altra persona, ed è un 50% che a me può non stare bene. E io non posso fare qualcosa: se non ce l’hai, io non te lo posso dare. Mi posso arrabbiare, ti posso stimolare, ma più di quello tu non riesci a darmi”.
A gennaio non si potranno certo trovare gli Hummels o i Paredes (“I miei imprescindibili, due monumenti per me”), ma di certo Ranieri proverà a portare carisma, personalità e naturalmente qualità. E allora chissà che l’acquisto dell’Everton da parte dei Friedkin non possa aprire scenari di scambi o prestiti: “Non ne abbiamo parlato, ma adesso guarderò con altri occhi, naturalmente“.
Acquisti funzionali alla rosa del presente (occhi sempre su Raspadori, a Manna invece piacciono Cristante, Mancini e Pellegrini), ma non solo: “Dal momento che non abbiamo il nuovo allenatore, cercheremo di prendere giocatori buoni per la Roma di adesso e del futuro“. Ecco, la ricerca del nuovo allenatore: “Io un altro anno sulla panchina? Non ci abbiamo pensato, né io né la proprietà. Cerco di fare il mio meglio per far venire a Roma un buonissimo allenatore. Questo è il mio scopo del ritorno alla Roma. Cercherò di dare tutto me stesso, qualsiasi cosa mi chieda la proprietà. E lo faccio perché sono tifoso“.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi