Fuori Smalling e Pellegrini, dentro Mancini, Lukaku e Dybala. Sono queste le concessioni di José Mourinho sulla formazione che scenderà in campo stasera all’Olimpico contro l’Empoli. L’obiettivo è uno solo: vincere per dare un po’ di dignità alla classifica dopo il disastroso avvio – un punto in tre partite – in campionato.
“Dopo la chiusura del mercato – le parole del tecnico – siamo più forti perché sono arrivati due attaccanti come Lukaku e Azmoun. Se siamo tutti disponibili e allenati cambia il nostro profilo di squadra, ma il mio obiettivo è solo vincere la prossima partita”.
Durante la sosta ha vissuto il paradosso di avere solo due giocatori “sani” da allenare. “Siamo rimasti con un gruppo di 9 giocatori, di cui 7 erano infortunati. Ho lavorato solo con Belotti e Azmoun. Siamo scemi io e il mio staff perché non facciamo come altri allenatori che vanno in vacanza 10 giorni e invece noi siamo rimasti. Dovremo gestire la gara in maniera intelligente e prendere qualche rischio, però saranno tutti convocati”.
In difesa, senza Smalling, le scelte sono praticamente obbligate: esordio dal primo minuto per N’Dicka, che giocherà insieme a Diego Llorente e Mancini. Sulle fasce i dubbi più grandi, a destra il favorito dovrebbe essere Kristensen, che non ci sarà giovedì in coppa perché non fa parte della lista Uefa, a sinistra Spinazzola.
“Dal punto di vista fisico chi sta meglio è Kristensen, ma su quello tecnico e della fiducia non è al massimo. Karsdorp ha avuto un ritiro difficile ma ora ha trovato l’equilibrio. Zalewski era infortunato, si è allenato per la prima volta venerdì. Leonardo è arrivato molto bene dalla Nazionale mentre El Shaarawy ha fatto tutti i ruoli. Gli esterni faranno sicuramente meglio e la crescita della squadra avverrà anche qui”.
In mezzo al campo, nonostante l’assenza di Pellegrini, c’è maggiore scelta. È in questo settore che Mourinho dovrà decidere, guardando i dati della condizione fisica dei suoi calciatori, e decidere se rischiare l’utilizzo di Houssem Aouar e Renato Sanches, entrambi reduci da problemi muscolari, o privilegiare Paredes, Cristante e Bove. Lo Special One ha parlato anche del suo rapporto con Totti, che qualche giorno fa aveva “anticipato” un rientro in società, proprio su chiamata del portoghese. “Con Francesco parliamo di banalità, io sono solo l’allenatore e nel rispetto della proprietà non posso dire che lo voglio”.
Dopo la gara contro il Milan, Mou non si era presentato in conferenza stampa: “Il mio obiettivo è avere zero giornate di squalifica. Se non vado in conferenza è una decisione mia, ma non per il nervosismo: per uno che ha 1.100 panchine, essere nervoso è una parola troppo grande. Se c’è una cosa che non posso cambiare è il mio Dna, la mia onestà e la mia incapacità di non dire la mia verità. È una sfida per me stesso e cercherò di non avere problemi”.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini
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