La punizione magica proprio in quella porta, il bacio alla maglia di Maradona e la corsa della Roma che si ferma in modo fragoroso, allarmante proprio nel giorno della rinascita del Napoli. L’ultima sconfitta in campionato dei giallorossi era datata 5 luglio, guarda caso sempre al San Paolo (pardon, Maradona).
Quel giorno Diego si era goduto la vittoria da casa, ieri è stato omaggiato da Insigne autore del gol su punizione che ha aperto la goleada del Napoli su una Roma immatura e ancora non pronta per certi obiettivi.
Così il risultato sta pure stretto a Gattuso mentre Fonseca fallisce in modo evidente un altro confronto con una big. Solo 3 vittorie (1 con la Juve all’ultima e inutile giornata) su 15 scontri. L’alibi dei tanti (troppi) infortuni c’è, e a fine primo tempo il portoghese deve rinunciare pure a Mancini e Veretout (esami nelle prossime ore). Mirante prima sbaglia sul gol di Insigne poi però evita il raddoppio in tre occasioni mentre davanti il trio Dzeko, Pedro e Mkhitaryan sparisce come d’incanto.
La disfatta è nell’aria e nella ripresa si materializza quando Ruiz beffa tutti prima dei colpi del ko di Mertens e Politano. La Roma non reagisce mai e torna pesantemente coi piedi per terra dopo un mese magico. Non si affronta così il Napoli, serve più coraggio. Non abbiamo fatto nulla per vincere. Non eravamo i più forti del mondo prima e non siamo i più scarsi ora. Serve più testa soprattutto in difesa.
Dzeko? Era fermo da tempo, ma non cerchiamo scuse, ammette Fonseca. A segnare per i giallorossi è stato solo Bruno Conti. Marazico ha reso omaggio al suo amico Maradona portando una corona di fiori al murale dei Quartieri Spagnoli. Bruno è stato accolto dai cori dei tifosi, poi si è inginocchiato commosso. Poco distante una maglia di Totti e una sciarpa giallossa.
FONTE: Leggo – F. Balzani