Roma si prepara alla grande notte europea di mercoledì, quando i giallorossi di Mourinho scenderanno in campo a Tirana per provare a vincere la Conference League contro il Feyenoord. Oltre 20mila spettatori nell’impianto albanese, quasi 50mila allo Stadio Olimpico di Roma, dove i tifosi giallorossi si riuniranno per vivere insieme le emozioni della finale.
E se la notte dovesse tingersi di giallorosso, la Prefettura ha messo a punto un piano di ordine pubblico per far sì che sia un momento esclusivamente di festa, senza spiacevoli conseguenze: oltre 1000 agenti saranno impegnati nelle aree del centro ed in prossimità dell’impianto. Transenne anche attorno alle fontane monumentali per scoraggiare i bagni dei tifosi. Mentre il servizio di trasporto pubblico si interromperà alle ore 22 per poi riprendere alle 3 del mattino, per evitare un eccessivo afflusso e danni ai mezzi.
La tifoseria romanista sogna e proverà a supportare a distanza gli uomini di Mourinho: il grande dubbio alla vigilia riguarda Mkhitaryan. L’armeno salirà comunque a bordo del charter che, dopo la rifinitura del mattino, condurrà la Roma a Tirana (alle 17.45 prevista la conferenza stampa del mister, accompagnato da Pellegrini e Mancini).
Chi sogna di esser protagonista della finale è Leonardo Spinazzola, che è passato in poco tempo dalla paura di non farcela, di non tornare più come prima, al ritorno in campo, giusto in tempo per poter dare il suo contributo nella sfida con il Feyenoord. “Ora mi sento bene, mi è mancato giocare. C’è stato un momento in cui ho avuto paura di smettere: non vedevo risultati, lavoravo a Trigoria dalle 9 alle 4 di pomeriggio, ma ero come morto. Poi ho fatto un cambio mentale, ho deciso di ripartire e lavorare meglio“.
L’esterno giallorosso non è alla ricerca del riscatto, il passato è alle spalle. Ora sogna solo un successo, in campo europeo, con la maglia della Roma: “Vincere non sarebbe un riscatto, perché l’Europeo sento di averlo vinto. Ma se vincessimo questa finale sarei felicissimo. Per me, per i miei compagni, per il percorso che hanno fatto, per la città e per chiudere quest’anno con un trofeo. Pur di alzare la coppa giocherei anche solo un minuto. Sono già felicissimo di essere qui”.
FONTE: La Repubblica – A. Di Carlo
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