Quattro stagioni fa Ivan Juric aveva profetizzato l’esplosione di un suo pupillo che in quel momento aveva in rosa al Verona, di un ragazzo arrivato in prestito dall’Inter che aveva lanciato e plasmato e che adesso sta facendo le fortune dei nerazzurri e della nazionale italiana. «La partenza di Dimarco mi toglie il sonno», aveva detto il tecnico a poche settimane dalla fine di quella fortunata stagione 2020-2021 chiusa al decimo posto. Prima di tutto perché sapeva bene che da lì a poco avrebbe dovuto fare a meno di un giocatore che gli aveva prodotto cinque gol e altrettanti assist e che era un perno fondamentale del suo assetto tattico.
Ma anche perché riconsegnare a costo zero un elemento notevolmente migliorato non è mai un pensiero facile da digerire per un allenatore. Domani Juric si ritroverà nuovamente Dimarco sul suo percorso e non sarebbe strano se anche in questi giorni abbia ridotto le ore di riposo per cercare le soluzioni per arginare il suo ex pupillo. Perché Dimarco inevitabilmente toglie il sonno, soprattutto a chi lo avrà di fronte.
Quindi a Zeki Celik, chiamato alla prestazione importante per cercare di bloccare le galoppate dell’esterno nerazzurro sulla sua fascia di pertinenza. Uomo di fiducia di Juric, in campo in tutte le partite di campionato e di Europa League, il terzino turco è il designato alla marcatura preventiva sul suo collega avversario per evitare imbucate e la sua partecipazione costante alle manovre d’attacco. Juric punterà su Celik per fermare DImarco, anche perché sull’altra fascia ci sarà Angeliño («il mio nuovo Dimarco…», le parole del tecnico giallorosso) che spingerà per creare pericoli e dare supporto al trio d’attacco Dybala-Dovbyk-Pellegrini.
Ecco, proprio per la presenza dell’argentino sulla fascia di Dimarco, quindi con un uomo in meno a chiudere costantemente gli spazi in fase di ripiegamento, è più che probabile che l’allenatore croato decida di schierare Manu Koné a centrocampo, lato destro, per raddoppiare con Celik sul nerazzurro o stringere indietro qualora Mancini si dovesse staccare per allargarsi sulla fascia a dar manforte al turco nel suo arduo compito di marcatura.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi