Ogni pensiero sulla Roma di oggi non può non partire da un immenso grazie a Claudio Ranieri: ha preso la Roma che navigava a ridosso della zona retrocessione e, partita dopo partita, non solo l’ha portata in salvo, ma l’ha messa in condizione di lottare per un posto in Europa. La prospettiva di un ennesimo sesto posto non può entusiasmare, ma quest’anno avrebbe le dimensioni del miracolo.
Quello che sta facendo Ranieri è da tutti i punti di vista straordinario. Dalla gestione di Dybala all’utilizzo delle seconde linee, dall’esplosione di Angelino, liberato dal fastidioso ruolo di braccetto (odioso anche il nome) alla rinascita di Cristante, che ha sempre dato tutto e merita rispetto, alla valorizzazione di Baldanzi, Soulé e perfino Shomurodov, fino alla normalizzazione di Mancini, il vero leader del gruppo, che viaggiava a un’ammonizione a partita.
Insomma fin qui è stato un capolavoro che speriamo possa sublimarsi in Europa. Se Ranieri dovesse ritrovare fino in fondo pure Pellegrini sarebbe fantastico. Quando la Roma vince, tutto diventa bello e speriamo che questo periodo non finisca mai, malgrado il rimpianto di un sorteggio europeo pessimo si possa sperare.
Unica nota stonata di questa serie positiva, la brutta abitudine di una parte del pubblico di lasciare lo stadio a pochi minuti dalla fine, molti si sono persi il gol di Angelino con il Napoli, mentre dopo il 3-0 al Monza sembrava stessero evacuando le tribune: roba da daspo.
La speranza è che si faccia un mercato all’altezza per la prossima stagione e che Ranieri completi l’opera, non ascolti nessuna sirena e per il futuro non insegua avventure, nessun esperimento, nessun maestro. Ma semplicemente il migliore degli allenatori attualmente liberi.
Che sia con la convinzione di tutti o “di corto muso”, la scelta è una sola: è poco educato per colpa del nome, si fosse chiamato Ugo o Ciro sarebbe piaciuto a tutti, ma è quello che ci vuole per vincere. Per quei pochi che non conoscono il grande Massimo Troisi, il suo nome è Massimiliano. Massimiliano Allegri.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. De Andreis