È il primo ad aver alzato bandiera bianca per infortunio, ma ora è a un passo del recupero. Renato Sanches sarà pronto per giocare contro l’Empoli dopo essersi fermato in allenamento all’indomani della partita contro la Salernitana. Il motivo è riconducibile ai soliti muscoli che non lo lasciano in pace ormai da qualche anno. Al Psg ci avevano messo una pietra sopra, Luis Enrique gli ha dato il benservito dicendogli di trovarsi una squadra al più presto.
Lui avrebbe voluto un club che gli garantisse la Champions, ma Tiago Pinto è riuscito a convincerlo ad abbassare le pretese. Complici le ristrettezze economiche del club dovute al Ffp, l’obbligo di fare necessità virtù e il dovere di rinforzare la squadra, il dirigente ha scelto di azzardare puntando su un cavallo di razza da rigenerare: “Sono ossessionato da lui. Lo volevo sia al Benfica che alla Roma qualche anno fa, ma non sono mai riuscito a prenderlo”, ha dichiarato sgomberando il campo da possibili fraintendimenti.
Agevolato dalle offerte praticamente nulle sul mercato e dai rapporti d’amicizia tra Friedkin e Al-Khelaifi, Tiago lo ha scelto, convinto e ora vuole tirarlo a lucido: “Tutto quello che andrà male con lui sarà mia responsabilità”, ha ammesso. Una frase che potrebbe ritorcerglisi contro nel corso della stagione, se il portoghese non riuscirà a dimostrare di essere uscito dal tunnel degli infortuni.
Per riuscirci sarà determinante l’aiuto di Mourinho e il suo staff. Il tecnico ha dichiarato di essere il migliore a rivitalizzare giocatori non più sulla cresta dell’onda. C’è riuscito con Dybala, Matic, Smalling, Rui Patricio (nei primi due anni) e ora dovrà provarci con Sanches oltre che con Lukaku, Paredes e Azmoun.
Quello di Renato è probabilmente il test più complicato tra quelli che gli sono capitati: lo scorso anno è stato fermo un totale di 111 giorni per infortuni vari (adduttori, flessori e contusioni), l’anno prima 88 e nel 2020/21 ben 108. Uno storico che ha fatto restare alla larga chiunque dall’affare, ma non Tiago Pinto che addirittura ha inserito sul contratto una clausola che prevede il riscatto obbligatorio a 15 milioni qualora dovesse superare il 60 per cento delle partite giocate. Dunque, immaginando una stagione come quella dello scorso anno in cui la Roma ha giocato 55 match, si tratterebbe di 33 presenze.
La qualità è indiscutibile, ne ha dato prova nei 25 minuti disputaticontro la Salernitana in cui l’Olimpico gli ha dedicato più di un applauso. Imprevedibilità, dinamismo, corsa, audacia, dribbling. E poi la capacità di recuperare palloni e ripartire repentinamente lo rende un collante perfetto tra difesa e attacco. Caratteristiche che sono oro in un reparto in cui Pellegrini sta trovando enormi difficoltà a inanellare prestazioni convincenti con continuità ormai da qualche stagione.
Anche il capitano è vittima di infortuni muscolari (l’ultimo in Nazionale) e questo rende ancora più incerto il lavoro di José. La premessa “se sta bene” posta davanti ai nomi dei più forti giocatori che la Roma ha in rosa, rende imprevedibile la stagione. Mourinho avrebbe voluto certezze dal mercato, proprio per sopperire ai continui infortuni. Non è stato accontentato e adesso la sfida più difficile sarà restituire brillantezza a giocatori finiti nel dimenticatoio.
FONTE: Il Messaggero
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