Tre punti e niente piu. La Roma torna a vincere e lo fa grazie al rigore decisivo di Artem Dovbyk contro una Dinamo Kiev oggettivamente inferiore e poco interessata alla competizione. L’Olimpico ha interrotto la sua protesta ma non ha risparmiato alcuni singoli.
I giallorossi rimettono in piedi la classifica in Europa ma serve ben altro per sperare di risalire la china anche in campionato. Soltanto quattro cambi per Juric rispetto alla sfida contro l’Inter data l’indisponibilità dell’ultima ora di Mancini e Soulé, tocca ad Angelino e Koné (in coppia con Le Fée tornato titolare) fare gli straordinari con la mossa di Pisilli spostato sulla trequarti. Riposano Dybala, Pellegrini e Cristante. Hummels ancora dalla panchina. Fischi per i soliti alla lettura delle formazioni, Zalewski il più punzecchiato.
Si accende il match al 22′ quando Baldanzi si procura un calcio di rigore per trattenuta di Mykhavko (ammonito) dopo un’ottima triangolazione giallorossa. Dal dischetto Dovbyk spiazza Neshcheret e porta avanti la Roma. Al 33′ l’erroraccio di Le Fée fa venire i brividi a Svilar, ma per fortuna della Roma il destro di Tymchyk sfiora il palo alla destra dell’estremo difensore belga.
Ancora bravo Svilar a respingere la conclusione ravvicinata di Guerrero. Ritmi blandi e un gran possesso palla abbastanza sterile per una Roma che chiude in vantaggio la prima frazione ma di certo non ruba l’occhio contro una squadra molto modesta. Neanche dieci minuti della ripresa e Juric evita rischi togliendo Le Fée e risparmiando quaranta minuti e Dovbyk. Dentro un fischiatissimo Cristante e Shomurodov. A venticinque dalla fine altri due cambi e altri due titolari in campo per cercare di chiudere il match.
Il tecnico cambia la trequarti per risvegliare l’attacco dal torpore: dentro Dybala e Pellegrini (anch’egli fischiato) ed escono Pisilli e Baldanzi, autore di una prova convincente e di grande dispendio fisico. Un tiro di Pisilli e una punizione che va vicina al palo e poco più.
Fino all’80’ la Roma continua a tenere il pallino del gioco ma senza forzare, e Svilar rischia di fare un pasticcio con un uscita fuori tempo. È Shomurodov a sfiorare il gol a dieci dal termine ma il raddoppio non arriva. Clamoroso l’errore a porta vuota dell’uzbeko appena tre minuti più tardi. Bastava appoggiarla sull’assist di Dybala ma l’attaccante calcia largo.
Una vittoria arrivata col minimo sforzo e in un clima di disillusione. Un Olimpico quasi soporifero per novanta minuti e una squadra che non riesce ad aumentare i giri del motore neanche con i cambi di qualità. Ora testa a Firenze, non si può sbagliare.
FONTE: Il Tempo – L. Pes