Ivan Juric avanza senza paura. Come gli è congeniale. Quella che si avvicina sempre di più può essere la sfida della svolta o la sua ultima gara da allenatore della Roma. Una partita, quella col loro, la sua ex squadra, da dentro o fuori. E lui che fa? Spallucce. “Gara da ultima spiaggia per me? Non ci penso proprio, non mi preoccupo assolutamente: io penso a giocare e a fare risultato”, ha detto ieri. In quella che è una vigilia carica di tensione per l’annunciata contestazione della Curva Sud dopo il pesante ko di Firenze, il tecnico appeso a un filo ha pensato piuttosto a caricare la squadra. P
erché il momento critico lo richiede e lui continua a crederci con tutta la forza che ha: “C’è stato un crollo emotivo a Firenze, dopo aver lavorato bene per 40 giorni mi aspettavo un passo in avanti, ed invece non è stato così. Forse però è stato meglio perdere in questo modo, per riflettere bene su quanto successo e preparare una svolta. Il Torino è una realtà consolidata, Vanoli sta facendo bene, è un gruppo di valori e idee, bisognerà stare attenti: dovremo essere preparati proprio a livello emotivo”. Vincere contro i granata per non essere esonerato, mentre continuano ad allungarsi sulla panchina giallorossa le ombre di Daniele De Rossi, Claudio Ranieri e Roberto Mancini. Ma Juric, con tutto l’orgoglio possibile, guarda oltre e dentro al tunnel della crisi intravede spiragli di luce.
Nonostante i litigi nello spogliatoio di cui ha anche parlato ieri con franchezza, a conferma del clima di forte tensione degli ultimi giorni in seno alla squadra: “Ci sono stati litigi pesanti, ma è meglio che sia successo: cosi è uscito fuori tutto ciò che si era accumulato. Ci siamo detti la verità, all’inizio in modo violento, poi in modo ragionevole. lo sono l’allenatore e devo allenare, il medico deve prendersi cura dei giocatori e i calciatori devono giocare. Ognuno ha un ruolo preciso e deve occuparsi solo di quello”. Col Toro, la squadra che ha allenato per tre stagioni, il croato schiererà “la migliore formazione per vincere”. Non ci saranno esclusioni per motivi disciplinari e l’allenatore punterà pure sugli uomini chiave che nelle ultime settimane hanno giocato al di sotto delle loro potenzialità: come il capitano Lorenzo Pellegrini, ovvero quel leader a cui la Roma in particolare chiede ora uno sforzo supplementare (ha una caviglia dolorante) per spingersi oltre la crisi e il 12′ posto in classifica.
E il capitano giallorosso, che certo non ha vissuto settimane facili negli ultimi tempi, puntualmente fischiato dai tifosi dopo l’esonero di De Rossi, ha dal canto suo un’incredibile voglia di tornare trascinatore: “Non c’è mai stato un momento in cui la squadra non gli ha dato tutto”, ha ribadito Lorenzo a Firenze rivolgendosi proprio a Juric. E allora sarà una notte per cuori forti. Ad osservare da vicino l’allenatore in bilico ci saranno i tifosi dell’Olimpico sul piede di guerra, mentre dagli Stati Uniti i Friedkin seguiranno l’evolversi del match: “La proprietà? Col presidente siamo in contatto – ha concluso Juric –, ma queste sono cose che distraggono dal campo. Noi dobbiamo pensare solo a fare risultato”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. D’Urso