La Roma non ingrana. E la beffa atroce di Marassi nel recupero di una domenica non certo fortunata lascia i giallorossi fermi a soli tre punti dopo le prime quattro gare di campionato, uno in meno rispetto alla passata stagione quando la partenza fu choc. E per trovare un inizio peggiore bisogna tornare addirittura a quattordici anni fa. Non basta il primo gol di Dovbyk per regalare una gioia a De Rossi (espulso durante il match) che ora ha l’obbligo di fare filotto nelle prossime tre partite prima della sosta contro Udinese, Venezia e Monza (due di queste all’Olimpico) per sperare di risalire la classifica che oggi è inguardabile. Il colpo di testa di De Winter al minuto 96 strozza in gola l’urlo dei romanisti ancora a secco di vittorie in stagione.
Con il solo Le Fée indisponibile DDR vara per la prima volta la difesa a tre pura dall’inizio, con Angelino centrale di sinistra ed El Shaarawy e Saelemaekers ad agire da esterni di centrocampo. In mezzo spazio a Koné e la conferma di Pisilli, anche ieri tra i più brillanti. Ma la vera mossa innovativa è l’avvicinamento di Dybala (seconda da titolare su quattro) a Dovbyk. Il centravanti ucraino aveva sofferto di solitudine nelle prime uscite e il tecnico punta sulla classe dell’argentino per provare a farlo sbloccare. Il primo tempo è tutto di marca giallorossa, e il vantaggio di una sola rete all’intervallo sta davvero stretto, anche perché dopo dodici minuti ecco l’episodio che può cambiare il match ma che arbitro e Var ignorano. Combinazione di rara bellezza tra Dybala e Dovbyk, con l’argentino servito solo davanti a Gollini ma fermato da De Winter che colpisce prima l’attaccante poi il pallone.
Giua non interviene poiché dubbioso sulla posizione del ventuno giallorosso, ma dalla sala di Lissone tutto tace. Una svista decisiva e penalizzante, ma per la dirigenza della Roma evidentemente va bene così. Il vantaggio arriva al 37′ grazie al tap-in di Dovbyk dopo la respinta di Gollini sul tiro di Pisilli. Ma in precedenza i giallorossi avevano avuto due opportunità clamorose proprio con l’ucraino e con El Shaarawy che da posizione ottimale non sono riusciti a superare il portiere genoano. In avvio di ripresa l’infortunio di Saelemaekers scombina i piani tattici di De Rossi che getta nella mischia Hermoso alzando Angelino come quinto di sinistra. La Roma resta padrona del campo e sfiora ancora la rete con Dovbyk, ma l’ultima mezz’ora è da dimenticare.
I giallorossi abbassano troppo il baricentro e i cambi del tecnico non aiutano. Celik subisce troppo e Pellegrini non sembra in condizione, bene soltanto l’approccio di Baldanzi. Gli uomini di Gilardino prendono campo pur non essendo pericolosi, fino a strappare il punto proprio nel prolungamento del recupero, causato di un duro contrasto tra Pellegrini e Sabelli (dubbio anche se sembra più uno scontro di gioco) che lascia a terra dolorante il capitano giallorosso. Una domenica amara anche se qualche luce in più si è vista. Ma ora è arrivato il momento delle scelte e De Rossi dovrà trovare la quadra puntando su chi sta bene. Tra una settimana, anzi meno, con l’Udinese, è già una finale.
FONTE: Il Tempo – L. Pes