Poche parole, senza filtri, dirette e dritte al punto. Perché, da sempre, è il lavoro sul campo a dare tutte le risposte necessarie. La filosofia di Ivan Juric si basa sulla cultura del sacrificio quotidiano e parte da lontano, dai campetti di Spalato a quelli delle giovanili del Genova, passando per Milano, Palermo, Mantova, Crotone, Verona e Torino, fino a Roma. Evidentemente tutte le strade portano qui. Ma non c’è stato tempo né voglia di godersi il paesaggio e le bellezze della Città Eterna, c’è una squadra da conquistare, in termini di fiducia, e da risollevare, in termini di punti e classifica.(…)
La premessa è chiara: non è un parallelo tra De Rossi e Juric né l’intenzione di sottolineare che prima non ci si allenasse con la giusta intensità. L’input di partenza è solamente raccontare come il tecnico croato si è approcciato con il gruppo giallorosso. (…)
Una lunga parte atletica ha preceduto poi quella tattica, nelle prime sedute andate in scena in quel di Trigoria. La rapidità di trasmissione del pallone, ritmi elevati nella pressione sugli avversari e la ricerca dell’occupazione migliore sul campo. La difesa, poi, da sempre il fiore all’occhiello delle sue gestioni, dovrà esser protetta a dovere, ma senza rinunciare alla qualità nell’uscita palla: motivo per il quale Angeliño è stato provato come braccetto di sinistra.
Difficile sapere se tale consuetudine rimarrà tale, ma per il momento Juric non vede miglior modo per conoscere i suoi nuovi giocatori se non quello di fermarsi a cena con lui. Pranzo facoltativo, i giocatori sono attesi a Trigoria un’ora prima della seduta pomeridiana. Prima si lavora e poi, dopo la doccia, tutti insieme a cena. Nessun obbligo di pernottamento e sarà così anche stasera alla vigilia della gara di domani.
Come anticipato nei giorni scorsi, sono tre i fedeli collaboratori che hanno seguito Juric a Trigoria: Matteo Paro, Stjepan Ostojic e Paolo Barbero. Il suo vice, Paro, fu accolto nel suo staff nel 2017 come match analyst. Compagni di squadra al Crotone nel 2004 e al Genoa nel biennio 2007-09, si sono poi ritrovati al Mantova nel 2014: Ivan in panchina, Matteo in campo. In estate il pensiero di provare l’avventura in solitaria, poi il ripensamento e ora la Roma. Rapporto di grande fiducia anche con Ostojic, suo fidato collaboratore tecnico, e con il “Prof” Barbero, considerato dal tecnico un “top player” nel settore. (…)
FONTE: Il Romanista – A. Di Carlo