Inchinatevi al cospetto di Gianluca Mancini. E il gesto non vi sembri affatto di sottomissione, ma solo di rispetto e gratitudine per quello che sta facendo. Poi, chissà, se arriverà anche il giorno in cui qualcuno gli chiederà scusa di molte critiche pregiudizievoli, di valutazioni superficiali e attacchi personali, non al giocatore della Roma ma all’uomo, considerato cattivo, arrogante, antisportivo, il peggior esempio per i ragazzi che si avvicinano a questo sport. Per fortuna Mancini ha le spalle larghe e la testa ben salda: ha letto, ascoltato e si è fatto scivolare tutto addosso. Su giornali, radio e social: ad ogni critica, una prestazione super, ad ogni insulto, un gol decisivo. (…)
Questo è Gianluca Mancini, uno dei leader rumorosi, altro che silenziosi, della Roma di Daniele De Rossi, il guerriero mai domo che non si tira mai indietro davanti alla battaglia, e che ora sta compiendo lo step successivo di crescita, arrivando ad una maturità tecnica e di personalità da renderlo uno dei migliori centrali in circolazione.
E questa non è una valutazione di carattere personale di chi scrive, ma una constatazione oggettiva, supportata da fatti e numeri. Perché sui colpi di testa, al momento, in Europa, nessuno è letale come Mancini, che in sei giorni ha sistemato la pratica derby e poi si è tolto l’enorme soddisfazione di decidere anche la gara di San Siro. La Roma nel segno di Mancini, o meglio sulla testa del 23.
Secondo i dati raccolti da Opta, tra i difensori dei cinque maggiori campionati europei, Gianluca Mancini è quello che ha realizzato più gol di testa in questa stagione, in tutte le competizioni: sono 5 i gol siglati sfruttando i calci piazzati. Derby e Milano (il primo in trasferta) ovviamente, ma anche contro l’Empoli, l’Udinese e l’Inter.
Un vero e proprio specialista del colpo di testa, una vera e propria arma in più, spesso innescata dal mancino di Paulo Dybala, in grado di telecomandare il pallone sul posizionamento del compagno. Solo la rete al Brighton, siglata in allungo sul secondo palo, rappresenta in questa stagione l’eccezione, che, come si è soliti dire, conferma la regola: mai lasciar spazio in area di rigore al Mancio.
Leader con i compagni, e quello lo si vede in maniera chiara in diverse fasi delle partite, ma la sua leadership viene rispettate e riconosciuta anche da Daniele De Rossi. A cosa facciamo riferimento? Minuti finali di Milan-Roma, Giroud ha appena preso la traversa. Il risultato vacilla e alcuni giocatori (Paredes e Pellegrini in primis) non ne hanno più. La reazione di Mancini è veemente, si gira all’indirizzo della panchina e urla di cambiare i compagni, alzando di molto i toni e accentuando la gestualità.
Nessuna risposta dalla panchina, input ricevuto e dentro Aouar e Bove nel finale. Leader forse non si nasce, ma si diventa e Mancini è uno dei punti di riferimento di questa Roma. Per i compagni, per il mister, per i tifosi che lo adorano. Lui corre, si batte, lotta e ora segna anche, decidendo le gare che contano. (…)
FONTE: Il Romanista – A. Di Carlo